01/12/09

12. THE XX. xx.



12
THE XX
xx
(Young Turks)

Questo è un altro che forse meritava di più.
Di tanto in tanto, in mezzo a decine e decine di gruppi trascurabili dei quali si parla solo in proporzione al capitale investito, spunta dall'Inghilterra qualcuno degno di attenzione, e degno del capitale investito (esempi degni di attenzione senza capitale investito non mancano, vedi ad esempio Hot Club De Paris).
Questi XX (o xx, c'è chi dice si scriva tutto minuscolo) sono quattro ventenni di Londra, due ragazzi e due ragazze, e apparentemente dal nulla esordiscono non soltanto con un album eccellente - cosa nemmento tanto rara, se ci pensate - ma anche e soprattutto con una identità forte che va al di là del valore di un semplice disco. Sembrano avere una visione molto chiara in testa - cosa assai più rara - e la concretizzano con naturalezza disarmante in un suono originale.
Fanno roba tipo? Boh, appunto. Sono scarni ed essenziali, ma insieme sofisticati. Usano (pochissimo) una batteria, una chitarra, un basso e una tastiera, eppure si fa fatica a trovare qualcosa di simile nella memoria. Citano apertamente brandelli di brani noti (VCR è uguale a Heroes con un po' di Velvet del terzo album, Infinity a Wicked Game) eppure, lo ribadiamo, sono originalissimi e del tutto moderni. Voce maschile e voce femminile si intrecciano su basi scheletriche e notturne, fra sensualità soul e gelo new-wave, con aperture melodiche sognanti che ti si piantano in testa, nulla di troppo e tutto al punto giusto, un calore che avvolge.

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