29/03/02

d28. Cymande “Cymande” 1973. (cd Collectables, nuovo, €11.99, AMG).
Non è bello comprare un cd via Internet negli Stati Uniti e poi trovarlo due settimane dopo usato, in edizione più bella, nella propria città. Ma è bello, eccome, il disco in questione. Londinesi di origine caraibica, questi sono degli autentici califfi del groove, otto rasta autodidatti mossi da passione pura e capaci di meravigliose commistioni tra soul, funk e blues, con aromi di Africa e Caraibi. Che detto così sembra un pasticcio fricchettone, ma sarebbe troppo semplice. Patrick Patterson e soci erano mossi da una spiritualità autentica, ed erano capaci di avvolgere il loro messaggio di pace e amore in atmosfere dilatate e coinvolgenti con creatività e trasporto. I groove di “Brothers On The Slide”, “Fug” e “The Message” sono a rischio di illegalità, gli undici rarefatti minuti che servono a “Dove” per sviluppare un riff di chitarra epocale (su cui è costruita, come già detto, “The Score” dei Fugees) sono un monumento. “Gettin It Back” potrebbe stare nella colonna sonora di “Superfly”, come diverse altre. Non tutte le canzoni toccano tali vette, ci mancherebbe altro, ma sempre di black music ad altissimi livelli si tratta. Eppure, non li conosce *nessuno*.

28/03/02

d27. MC5 “High Time” 1971. (cd Atlantic, usato, € 7.50, AMG).
Bancarella passabile, alla fine dei conti. Due vinili degli Abba in ottimo stato a poco prezzo il ho lasciati (perché?), ma me ne sono andato con un gran regalo e un gran disco per me. Del regalo non dico nulla, altrimenti il destinatario magari legge e si rovina la sorpresa. Del gran disco, eccomi qui a raccontare. Pare che il 2002 sia l’anno degli MC5 qui in casa Soul Mate #65, e con questo “High Time” completo la discografia quanto meno essenziale dei cinque. Il primo pensiero va a chi anni fa scrisse da qualche parte che si trattava di un mezzo pacco, facendomelo restare bene in questa testa di cazzo e facendomelo comprare soltanto nel 2002. Ma poi il disco parte. Stavolta, niente John Sinclair (manager/teorico/guru del primo periodo) o Jon Landau (produttore classico del secondo album), ma un oscuro omino della Atlantic ai controlli e la band in carica da sola. Quello che ne risulta è un ibrido tra la sperimentazione visionaria di “Kick Out The Jams” (“Skunk (Sonicly Speaking)”) ed il rock’n’roll animalesco di “Back in The USA” (“Baby Won’t Ya” parla chiaro, idem “Gotta Keep Movin’”), che trova la sua sintesi perfetta in “Future/Now” e soprattutto in “Over And Over”. Testi più inclini alla metafora, arrangiamenti più ricchi e il coraggio di trovarsi una propria strada. Purtroppo destinata, di lì a poco, a finire. High Energy Rock’n’Roll!

26/03/02

In fondo al corridoio di destra, di fianco al frigo, c’è una cesta con vari pacchi di biscotti ed un cartellino che dice “Offerta - Sconto 20%”.
Lui (dalla cassa lo sento alzare leggermente la voce): “Questi biscotti in offerta… sono in vendita?”.

d25. Blechtum From Blechdom “Haus De Snaus” 2001. (cd Tigerbeat6, nuovo, € 13.00, AMG).
Di questo duo californiano mi dice grandi cose invece Roccu, ma qui forse pretende un po’ troppo da un’orecchio sì a 360°, ma tendenzialmente rock/pop, come quello del sottoscritto. Due ragazze alle prese con tastierine, sequencer o altre cose del genere di cui non conosco il nome, il tutto a bassa fedeltà e ad alta casalinghitudine. Spontaneità a mille, freschezza, ok. L’idea può essere figa, la realizzazione anche ed il concetto pure, ma 26 pezzi, cristo! In vendita. Anzi, restituito (grazie Guy).

d26. Red Monkey “Gunpowder, Treason And Plot” 2001. (cd Troubleman Unlimited, usato, € 12.00).
Ecco, se mi chiedete quale possa essere un gruppo punk nel 2002, potrei dirvi Red Monkey, tra gli altri. Sinceri, militanti, indipendenti, creativi, determinati, spontanei. Musicalmente meno ostici del previsto (e forse dei dischi precedenti, che non ho): linee di basso e batteria dubbate, chitarra nervosa, strutture sghembe memori del migliore post-punk inglese e di certo white-funk, ma rilassate come può permettersi un gruppo maturo e sicuro dei propri mezzi. A tratti, ma è questione di sensazioni più che di rimandi effettivi, mi hanno ricordato certe atmosfere dei Radical Dance Faction. Unico neo, una voce stanca e troppo sotto le righe. Ma sono dettagli, in un piccolo tesoro di disco che sarà probabilmente il least seller della Troubleman, dato lo scarso appeal estetico di un gruppo del nord dell’Inghilterra vestito in paille e scarpe senza marca per i borchiati/truccati/spillettati fans-tipo dell’etichetta.

22/03/02

Nemmeno passata la boa del primo quarto di 2002 e già vacillano i fioretti di inizio gennaio. In breve, ho deciso di smettere di recensire i film che vedo e di concentrarmi sui dischi che compro.
Come avrete notato, la mole di lavoro è già discreta così, che dite? Inoltre, ulteriori impegni di carattere musicale/editoriale riducono il già esiguo tempo a mia disposizione.
Inoltre, le parole che riesco a trovare per parlare di un disco faccio più fatica a trovarle per parlare di un film. Questione di abitudine, forse. Nel frequentare i negozi di dischi più delle sale, e nel leggere da sempre recensioni di film dove non si capisce nulla. Come se di cinema si potesse parlare solo così. Capirete che ci si senta a disagio e ci si riduca a saper dire solo “bello”, oppure “mah…”.
Detto questo, non è automatica la scomparsa del cinema da questa pagina. Al cinema continuo ad andare, e se qualcosa da dire avrò, la dirò. “Mulholland Drive”, per esempio, ha una delle più realmente eccitanti scene di sesso mai viste. E anche se alla seconda visione, prima in italiano, non rapisce come alla prima, va visto.

d24. AA.VV. “Compiled” 2001. (cd Aesthetics, usato, € 4.00).
Bati(gol) dice che è il miglior disco, non ho capito se dell’anno, del decennio o della storia del rock. Io invece mi aspettavo qualcosa di ostico e pure un po’ pretenzioso, ma mi sbagliavo. A voi lettori fedeli dico che questo è uno dei meglio dischi presi dal 1 gennaio in qua, ed anche uno dei meno pagati, forse addirittura IL meno pagato. E gira nel mio lettore in continuazione e nei momenti più diversi. Trattasi di un sampler “allargato” dell’etichetta di Chicago, pare con molti inediti, con confezione assai spartana ma alla cui base sta un’idea grafica fantastica. Il territorio battuto è quello di confine tra post-rock ed elettronica umana, con sconfinamenti nell’hip-hop d’avanguardia. Ognuna delle 12 tracce entusiasma, ma la menzione se la meritano Fleck + Fumie su tutti (grandissimi… ma chi sono? Da dove saltano fuori?), e poi L’Altra, Pulseprogramming, Hood + Dose One + Why? (e ve lo dice uno che per i Clouddead non va pazzo), 33.3, Windsor For The Derby + I-Sound e The Eternals.

19/03/02

Lei: "Allora, prendo questi quattro pacchi di crackers... aspetta che guardo le scadenze..."
Io: "Prego..."
Lei: "20/11/02, ok... 20/11/02, ok... 20/11/02, ok... mmhh... qui si legge 03, ma giorno e mese non si capiscono... aspetta che vado a cambiarli"

Già basterebbe, no?
No.

Lei: "Ecco, prendo questi... 20/11/02, così sono sicura"

d23. Califone “Sometimes Good Weather Follows Bad People” 2000. (cd Glitterhouse, usato, € 10.00).
Membri autorevoli dei miei ragazzi Deep End (dimmi la verità Ics, quante volte prima d’ora eri stato definito “membro autorevole”?) mi avevano detto meraviglie della loro più recente apparizione italiana. Si parlava di country, addirittura. E di country, in effetti, può trattarsi: notturno, scheletrico, monotono, sorretto da beats ed effetti ed attraversato da folate rumoriste minimali. Affascinante. Il cd unisce per il mercato europeo il primo mini cd (”Califone”, Flydaddy 1998) ed un successivo ep (di nuovo ”Califone”, Road Cone, 2000), aggiungendo due brani e chiudendo il tutto in una bella confezione con persino i testi.

15/03/02

d21. California Lightening “California Lightening” 2000. (7” Sound On Sound, nuovo, € 5.00)
Mr. Lady Records è una sicurezza: l’idea stessa dell’etichetta e la qualità musicale e di contenuti delle sue uscite la rendono un punto fermo dell’underground punk mondiale. Proprio per questo mi stupisce un 7” come questo delle californiane (appunto) California Lightening, che da Mr. Lady è distribuito: mancano i testi di due canzoni su tre, e per un’etichetta che considera le parole così importanti non è affare da poco. Peccato perché il dischetto è bello, soprattutto quando viaggia a bassa fedeltà tra pop e punk post-Team Dresch, meno quando indulge in derive noise un po’ inconcludenti. Sotto il livello di povertà la grafica.

d22. Sarah Dougher/Matthew Hattie Hein - split - 2000. (7” Jealous Butcher, nuovo, € 5.00)
Molto molto bella, invece, la grafica di questo split, su vinile color marmo ma ahimè anch’esso parco di liriche (una su quattro). Più che i due pezzi un po’ anonimi dell’amata Sarah allora agli esordi solisti (ben altre perle ci riserverà in futuro…), si fanno notare i due (tre?) del giovane Matthew. Un classico numero acustico ed una gran ballata su base Casio, separati da un breve intermezzo di chitarra con voci in lontananza. Bravo.

14/03/02

d20. The O’Jays “Back Stabbers” 1972. (cd Legacy/Epic, usato, € 10.00, AMG).
Conosco gli O’Jays solo di nome e per un pezzo su una raccolta, ma la serie “Rhythm & Soul” della Legacy è una garanzia. In copertina i tre colpiscono, sono fieri e profondi. Il prezzo è giusto. Quanto basta tirare fuori il disco, chiedere l’ascolto e rimanere stordito dal groove feroce dell’iniziale “When The World’s At Peace”: uno di quei pezzi ai quali le parole non rendono completamente giustizia. Eddie Levert tuona pacifista, spalleggiato divinamente da William Powell e Walter Williams in controcanti da brividi. Come diceva qualcuno, “chi non balla è un cadavere”. Nel resto dell’album i toni si stemperano, ma il livello resta vertiginoso: ”Listen To The Clock On The Wall”, “992 Arguments”, “Shiftless, Shady, Jealous Kind Of People”, la title-track. È un soul-funk nuovo, politico e personale, interprete di un uomo vulnerabile e romantico distante dagli stereotipi macho così sfruttati altrove. Disco monumentale.
Si tratta praticamente dell'unica maniera in cui spendo soldi, ma qualcuno per piacere mi impedisca di entrare in un negozio di dischi ogni volta che esco di casa.

13/03/02

Già andare dal dentista, e nella città natìa lontana 40 km per giunta, non è il massimo. Aspetti almeno 30 minuti oltre l'ora stabilita, inietta sempre meno anestesia di quello che vorresti, non spiega assolutamente nulla di quello che sta facendo, ha fatto o farà. Il preventivo lasciamolo stare.
Ma se andando dal dentista incontri non uno, ma due ex compagni di scuola superiore... che giornata.
La prima entra in sala d'aspetto all'improvviso. Centesimi di secondo per capire se il nome che mi è saltato in mente subito è quello giusto, poi si chiacchiera. Lo giuro, abbiamo parlato di più ieri che in tre anni di istituto tecnico commerciale messi insieme.
Rientrata lunedì al lavoro in banca, lo stesso dal diploma (1990) ad oggi, dopo la seconda maternità. Almeno ha dato un bel nome alla figlioletta. Anche quell'altra è sposata ed ha un figlio, anche quell'altra ancora e quell'altra ancora ancora. L'altra invece è socia in uno studio legale. Hanno fatto una cena qualche mese fa, erano in 7 o 8.

Quanti cazzo vuoi che fossero ad una cena di compagni di classe DODICI anni dopo?

Il secondo l'ho intravisto passare in lontananza mentre entravo a casa dei miei genitori. Tornava dalla stazione insieme alla moglie. Due ore di treno al giorno per andare a lavorare. In banca. Aveva i capelli bianchi.

Tu sei sempre uguale, dimostri meno anni di quelli che hai.

d19. Rosa Chance Well “Rosa Chance Well” 2001. (cd Kimchee, nuovo € 5.00).
Alzi la mano chi si ricorda dei Samuel. Al solo nominare il loro secondo ed ultimo 7” (“Empty And Then Some”, Art Monk Construction, 1995) vengo sbalzato indietro verso un’epoca irripetibile e ricordi indelebili, verso alcune delle fondamenta di quello che sono ora. Ma i Samuel si sono sciolti presto, porco cane, e quell’album che non ho mai capito se fosse previsto davvero o solo nei miei sogni non è mai uscito.
Rosa Chance Well è un duo, composto da Dean Taormina e Vanessa Downing, che dei Samuel era l’incredibile voce. Coadiuvati qua e là da Chris Brokaw (Come) e dalla magica drum’n’bass line Gavin McCarthy/Jeff Goddard (Karate, bestie!) realizzano undici calme canzoni elettroacustiche dal grande fascino, ora tenebrose (la splendida cover di “Bad Moon Rising” dei Creedence Clearwater Revival su tutte) ora solari (“We Wore Long Sleeves” per esempio, che mi ricorda i primi 10000 Maniacs), ora inevitabilmente karateggianti (“And So There Were We”). Bello, bello.

f8. “Incantesimo Napoletano” di Paolo Genovese e Luca miniero, 2002. (sito).
Sarà pure tutta quella colleizone di luoghi comuni di cui parla la recensione su “Rumore”, ma a me questo piccolo film senza grosse pretese è piaciuto. È vero, non è nulla di rivoluzionario, l’idea è carina ma a tratti mostra un po’ la corda, la trama vaga un po’ sperduta, l’immagine lanciata è quella di una ennesima Napoli da cartolina, eppure ho passato una buona ora e mezza.
In due parole, ad una famiglia napoletana hardcore nasce una bambina che è, profondamente e misteriosamente, milanese. Dramma. Scene spassose. Lieto fine dopo inenarrabili traversie e patemi. Bravi gli attori, bella la fotografia, devastanti la scena degli zii di Torre Annunziata e quella del dottore.

11/03/02

Che dicevo nello scorso post sui Promise Ring?
Piace, piace.
Nel frattempo, i dischi si accumulano e il tempo si assottiglia, ma non temete. Grossi titoli in arrivo.
Ascoltate buona musica, cercate quello che non conoscete, rischiate, sporcatevi le dita di polvere.
Assaporate la gioia del trovare usato un disco che stavate cercando.
O del comprare al volo un disco di un gruppo del quale non sospettavate nemmeno l'esistenza, ma che sapete essere lì per voi.

06/03/02

Ancora non so bene come parlarne, ma con il passare dei giorni questo nuovo album dei Promise Ring mi piace sempre di più.
Avrei dovuto immaginarlo.

03/03/02

d18. Sonic Youth “Dirty” 1992. (cd DGC, nuovo, € 8.49, AMG).
Meraviglioso. Le migliori canzoni mai scritte dai Sonic Youth. La migliore sintesi tra il rumorismo e il pop mai raggiunta dai Sonic Youth. L’attacco di “On The Strip”. “Youth Against Fascism” e il suo stacco di basso. “100%” e il suo stacco di basso. Le melodie di “Sugar Kane”, “Wish Fulfillment” e “Chapel Hill”. “Purr” che resta in testa a dieci anni di distanza. L’elenco di top-model di “Swimsuit Issue”. Il crescendo di “Theresa’s Soundworld”. La sinuosa ”Shoot”. Meraviglioso. Meraviglioso. Buon decennale.

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