28/03/02

d27. MC5 “High Time” 1971. (cd Atlantic, usato, € 7.50, AMG).
Bancarella passabile, alla fine dei conti. Due vinili degli Abba in ottimo stato a poco prezzo il ho lasciati (perché?), ma me ne sono andato con un gran regalo e un gran disco per me. Del regalo non dico nulla, altrimenti il destinatario magari legge e si rovina la sorpresa. Del gran disco, eccomi qui a raccontare. Pare che il 2002 sia l’anno degli MC5 qui in casa Soul Mate #65, e con questo “High Time” completo la discografia quanto meno essenziale dei cinque. Il primo pensiero va a chi anni fa scrisse da qualche parte che si trattava di un mezzo pacco, facendomelo restare bene in questa testa di cazzo e facendomelo comprare soltanto nel 2002. Ma poi il disco parte. Stavolta, niente John Sinclair (manager/teorico/guru del primo periodo) o Jon Landau (produttore classico del secondo album), ma un oscuro omino della Atlantic ai controlli e la band in carica da sola. Quello che ne risulta è un ibrido tra la sperimentazione visionaria di “Kick Out The Jams” (“Skunk (Sonicly Speaking)”) ed il rock’n’roll animalesco di “Back in The USA” (“Baby Won’t Ya” parla chiaro, idem “Gotta Keep Movin’”), che trova la sua sintesi perfetta in “Future/Now” e soprattutto in “Over And Over”. Testi più inclini alla metafora, arrangiamenti più ricchi e il coraggio di trovarsi una propria strada. Purtroppo destinata, di lì a poco, a finire. High Energy Rock’n’Roll!

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