27/02/12

Forza Luca

“(...) per chi non mi conosce sappiate che io abito da 10 anni in una borgata dell’alta valle Susa, nella casa dove nacque mio padre e dove hanno vissuto fino alla morte i miei nonni, sono coltivatore diretto da anni e vivo del reddito che mi fornisce la Terra tramite i suoi prodotti, faccio anche saltuari servizi di giardinaggio e il tempo che dedico (volentieri) alla lotta No Tav lo ritaglio tra il lavoro e le mille faccende della vita di campagna. L’amore per la Terra e per questa valle mi spinge a difenderla fino in fondo dalle mani avide degli speculatori; invito Esposito questa estate a farsi una giornata di lavoro con me al mio ritmo e con i miei orari, voglio vedere se riesce ad arrivare sano a fine serata! Chi mi ha visto lavorare sa cosa intendo.”

09/02/12

Outtakes




























L'equivalente dance del concetto molto rock di "supergruppo": così può essere definito a grandi linee il progetto Visionquest. Le otto mani coinvolte sono quelle di Seth Troxler, Lee Curtiss, Ryan Crosson e Shaun Reeves, quattro detroitiani espatriati a Berlino, tutti e quattro già noti per conto loro e da qualche tempo anche attivi come collettivo, protagonisti di dj set, live set e remix, e gestori di un'etichetta omonima (Tale Of Us, Benoit & Sergio, Dinky). La loro prima uscita pubblica è Fabric 61, attesissimo mix album per la rinomata serie legata al locale londinese; la loro missione? Completare il ritorno a casa a una certa house più lenta, sensuale, accogliente e spirituale dopo la sbornia minimalista, conservando però la tendenza alla sottrazione e alla ripetizione mandata a memoria nel primo decennio del nuovo secolo. Una voglia che sembra dominare produzioni e set dell'ultimo paio di anni - nessuno è stato minimale, se chiedete in giro, come nessuno ha votato Berlusconi - e che in questi settanta minuti emerge forte e chiara. Belle tracce innanzitutto (The Sound of Violence dei Cassius in versione Franco Cinelli, ad esempio, fulcro della prima parte del mix; o I'm Free di Catz ' Dogz e Paul Randolph, Carl Craig remix; o Can't Buy Love di Acquarius Heaven e Dani Siciliano), scelte senza lasciarsi troppo ossessionare dalla novità, dall'esclusività o dal virtuosismo. "Abbiamo preso in considerazione," racconta Reeves, "quanto una canzone fosse senza tempo, e abbiamo scelto dal nostro passato e dal nostro presente per raccontare la nostra storia. L'inizio è molto rappresentativo del suono del dj set Visionquest, mentre il finale mostra il lato eclettico dell'etichetta. Si va dalla musica per club alla musica per la vita." Nulla da aggiungere.

04/02/12

Outtakes





















Black Truth Rhythm Band Ifetayo (Soundway)
Trinidad 1976. Caraibi e Africa occidentale a braccetto, come in un ritorno ideale e pratico - vedi darsi nomi africani e vestirsti di conseguenza - sulle rotte della schiavitù, mettendo in secondo piano le influenze funk, soul e disco più marcatamente nordamericane, fattore invece dominante nelle band locali del tempo. Ristampato per la prima volta (con una traccia bonus diversa per ognuno dei tre supporti), l'unico album del gruppo guidato da Oluko Imo - che più tardi arriverà a cantare addirittura negli Egypt 80 di Fela Kuti - è una bella collezione di groove ricchi e profondi, imperniati su intrecci di steel drums e sincopi afrobeat. Non male il languore penetrante di You People e della title-track, o il piglio rare-groove di Save D Musician, ma il top lo si raggiunge con le arie latine e i flauti di Kilimanjaro, e con gli otto minuti di meltin' pot tropicale di Umbala, ipnotica come i Cymande.

02/02/12

Non sono io sessista, è lei che è donna



Certo che se la sintetizziamo così ("La ragazza dell'Ariston che offende e donne") qualche passaggio logico potrebbe perdersi fra le ellissi e le sottigliezze linguistiche, e tutta la vicenda del servizio sessista di Mollica da Sanremo - protagonisti Morandi, Papaleo e la malcapitata Ivana Maratzova - rischia di essere capita ben poco.
E rischia di passare il solito assunto per cui è da una donna che fa vedere le tette che un'altra donna deve sentirsi offesa, non dagli uomini che le sbavano addosso; dalla donna che esce con la minigonna cortissima a cercarsela, non dall'uomo che la stupra.
Pare inutile puntualizzarlo, ma ad offendere le donne non è la ragazza, ma come questa viene trattata e come questo trattamento passi inosservato ai più, come se fosse naturale, dovuto, normalissimo.
Qui l'opinione di Lorella Zanardo in merito; qui di seguito il servizio.


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