tag:blogger.com,1999:blog-9943682024-03-13T11:03:33.410+01:00SOUL FOOD<a href="mailto:andrea@love-boat.org">Mail</a> // <a href="http://www.love-boat.org/scritto.htm">Articoli</a> // <a href="http://twitter.com/andreapomini">Twitter</a> // <a href="http://www.facebook.com/andreapomini">Facebook</a> // <a href="https://loveboatrecords.wordpress.com/">Love Boat</a> // <a href="http://orientalissimo.tumblr.com">Orientalis(si)mo</a>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.comBlogger767125tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-7058680563027744802016-08-12T11:31:00.001+02:002016-08-12T12:09:13.749+02:00PAPOSCIAMANESIMO<img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjadJKdwWD8QqyUO42Z4NsYY5Ns4Zq6ceZd8zdbYIaVWSs6ZGnVynRa6qwGHJmG2MAmiWyNj5wfJCZZUkFnpL55e2F_ZA6cgU2rpuJyfJGqhpDV2FL_uM0OtX0HjAcwS9R5GsQ/s640/cartolina-vico-del-gargano.jpg" /><br />
<br />
In ordine sparso, qualche nota sulla seconda edizione di <a href="http://mukandafestival.it/" target="_blank"><b>Mukanda Festival</b></a>, chiusasi venerdì scorso a Vico del Gargano (Foggia), e alla quale ho partecipato come invitato al <i>talk</i> di apertura su afrofuturismo e dintorni, e come DJ della festa a seguire alternandomi con il collega Andrea Mi (<a href="https://www.facebook.com/andreapomini/videos/10154041036404690/" target="_blank">qui uno dei miei segmenti</a>).<br />
<br />
- Mukanda (letteralmente "guarire e rinforzarsi") è un rito di passaggio degli <b>Ndembu</b>, popolo dello Zambia: "(...) lo scopo principale del Mukanda è il trasformare i ragazzi in uomini. I meccanismi critici di questa trasformazione sono la rimozione dei ragazzi dalle cure delle loro madri, la loro circoncisione effettuata dai vecchi della tribù, che agiscono come esperti rituali, e un periodo di guarigione e istruzione in cui i ragazzi assumono nuovi compiti e identità sociali che rafforzano le relazioni con i loro padri, e infine una celebrazione comunitaria che riconosce il mutato status dei giovani uomini tornati nella loro società." (Tradotto da <i><a href="https://books.google.it/books?id=HdPSrqdrPIwC&redir_esc=y" target="_blank">Ritual: Perspective and Dimensions</a> </i>di Catherine Bell).<br />
<br />
<img border="0" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWfehDMw1yH318pUcGHNg1yjf8WF9qqp0iQXx-ItSiySUKlgfvqhPbbAfcnBmvZr-APZsAoCa6CKdaqTcbmYnyRATMo1hRqTbfSaBSqgOoTL2DuMPrKv905qPi97w67oOWqb0/s640/2012-06-15-19-12-06.jpg" width="640" /><br />
<br />
<div>
- Il nome non è scelto a caso, visto che è la natura del festival stesso a ricordare a suo modo il rito di cui sopra. Non so se prima di andare a fare l'università al nord i vecchi di Vico li abbiano circoncisi, ma tutto nasce da un gruppo di ragazzi del paese che ogni estate mettono in pausa le loro vite da fuorisede (studenti e lavoratori) e tornano a casa. Con un'idea in più: non solo organizzare un festival musicale, ma organizzarlo nel <b>centro storico di Vico</b>. Fiore all'occhiello di uno dei <a href="http://www.borghipiubelliditalia.it/borghi-details?view=region&id=13/" target="_blank">Borghi più belli d'Italia</a>, labirinto di viuzze e slarghi sorprendenti (vedi il fantastico largo del Conte qui sopra, una delle due location principali della manifestazione), case scavate nella pietra della cinta muraria e torri coniche, semiabbandonato da quando la gente ha cominciato a trasferirsi nella parte moderna del paese.<br />
<br />
- Come in tantissimi altri posti del nostro sud, <b>a Vico si sta meravigliosamente</b>. A un quarto d'ora dal mare e a ridosso della Foresta Umbra, al fresco dei 450 metri sul livello del mare e con il costo della vita che potete immaginare (nel centro storico ci sono pure un sacco di cartelli "Vendesi", e pare che le case costino pure poco). Si sta meravigliosamente se hai un lavoro o qualche tipo di rendita, intendo. O se non cerchi stimoli da grande città. Altrimenti vai via, come i ragazzi di cui sopra e tantissimi altri, non solo a Vico.<br />
<br />
<img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxPZPB-xIpufykFJktav3shAUDv5UMwUVx9cMh0MsKVAwoRf8ilqNmnQdrSR1uXQWZQNV7BgasYw3lzC8GL4uKGau_NDM2V9Gjl0tSI9VpVXTVYrW3fR29ElPi-q4IImA0-4I/s640/13900098_10154045511484690_1310621675491992594_n.jpg" width="640" /><br />
<br />
- A Vico si sta meravigliosamente anche perché il suo prodotto più famoso è una cosa deliziosa come la <b>paposcia</b>. <a href="http://blog.rodigarganico.info/2015/cultura/ricette-della-tradizione-la-paposcia-il-pane-del-gargano/" target="_blank">Qui spiegano bene cos'è</a>, io mi limiterò a ripetere che è deliziosa, croccante fuori e morbida dentro, economica e mediamente enorme. Una specie di versione più leggera del <i>panuozzo</i> napoletano. Fra le varie farciture, spiccano a mio parere quelle più semplici e tradizionali: olio e pecorino, oppure la favolosa salicornia. Oppure olio, pecorino e salicornia (vedi foto), come da me richiesto alla signora della pizzeria/paposceria I Duje Port', che mi ha gentilmente accontentato e mi ha pure venduto un barattolo di salicornia sott'olio fatto apposta per me. Cos'è la salicornia? <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Salicornia_europaea" target="_blank">Prego</a>.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
- Dicevamo di Mukanda: al rito e al dialogo fra antico e moderno, radici e viaggio esperienziale, si rifà anche il cartellone del festival (tutto gratuito), firmato da un direttore artistico che con questo genere di cose va a nozze come <a href="http://www.dlso.it/site/2016/07/29/intervista-raffaele-costantino-mukanda-festival/" target="_blank"><b>Raffaele Costantino</b></a> (che molti di voi conosceranno per l'ottimo Musicalbox, su Radio 2 Rai). Lui la chiama <a href="http://www.elita.it/news/mukanda-festival-il-passato-prende-nuove-forme/" target="_blank">narrazione <i>verticale</i></a>, è un'ottima idea sulla carta e lo è pure nei fatti. Non ci sono nomi grossi messi lì per attirare la gente, ma nomi medio-piccoli di valore certificato, e la gente viene lo stesso perché tutti insieme sono qualcosa di più della somma delle parti.<br />
<br /></div>
<img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnVffQdtmOtQmavTjZK-2kISrkrzpRypCGyCfg-_gExg8Ez7Hi0WpNExBXAYWyK7wk2OmSuiAIUPSouWSz7c8VPzLmcVyJMFll_bhQxpo9rx0HlHQV_dKrqSN1ZEXmNSE3SR4/s640/13920872_10154043742829690_1375191985907893273_n.jpg" width="640" /><br />
<br />
- <a href="https://www.facebook.com/Nickodemusnyc/?fref=ts" target="_blank"><b>Nickodemus</b></a> qui sopra, ad esempio, ha il triplo della fantasia del DJ medio, suona con tre cdj e fa il pandemonio. <a href="https://www.facebook.com/Anchorsong/" target="_blank"><b>Anchorsong</b></a> poi, pazzesco. Non solo per il movimento di gamba più FIGO mai visto su un palco, ma anche e soprattutto per quello che riesce a fare con un campionatore e basta (e una tastiera ogni tanto), suonato live con abilità e gusto pari alla tranquillità senza sforzo apparente con cui affronta il tutto. Quello che riesce a fare è musica non <i>facile</i>, eppure facilissima per come fa ballare qualche migliaio di persone. Musica che cambia in continuazione ma segue un filo, con svolte che riescono ad essere completamente inattese e la cosa giusta al momento giusto, insieme.<br />
Peccato che il set audio/video dal vivo di <b><a href="https://www.facebook.com/Felix-Laband-18041251748/" target="_blank">Felix Laband</a></b> sia stato interrotto troppe volte (cioè: più di zero volte) da problemi di natura tecnica, e proprio quando i crescendo del produttore sudafricano stavano per arrivare al culmine, fra l'altro. Ma il suo recente <i>Deaf Safari</i> resta un album di eccellente house sui generis, politica e creativa come non la si sentiva da tempo. Di <b><a href="https://www.facebook.com/kalifa.kone.35" target="_blank">Kalifa Kone</a></b> ho sentito purtroppo solo la fine, ma se da un unico tamburo e due mani riesci a ottenere una ventina di suoni diversi (o a farci credere che siano una ventina, meglio ancora), c'è poco da aggiungere.<br />
<br />
<img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5-XO06pxhJeISabqKZi-r3p5URZbD3JzkhEu9CRdaE3oU9tS3Cqu9r4VKKk4698wPyE3ovsUeCEBuWf7XIY4JV4USv9qK3uVdDIj__T5Ff8yGO9mb6TgFO14ObIpjxTxUOMQ/s640/13912780_10154046152339690_111916996067424435_n.jpg" width="640" /><br />
<br />
- Il giorno seguente, dopo le selezioni originali (spuntano pure cose Disco Halal) e il mix perfetto di <b><a href="https://www.facebook.com/verynicensleazy/" target="_blank">DJ Hendrix</a></b>, tocca alla techno organica ed evocativa, ma a dire il vero un poco monocorde, del superbarbuto <b><a href="https://www.facebook.com/presidentbongo/" target="_blank">President Bongo</a></b>, ovvero Stephan Stephensen già Gus Gus. Un solo Gus ha invece nel nome d'arte Panagiotis Melidis, ovvero <b><a href="https://www.facebook.com/larrygus/" target="_blank">Larry Gus</a></b> qui sopra, che organizza un live con macchine e pezzi di batteria, corre come un pazzo avanti e ineidtro, su e giù, e coinvolge la piazza piena con ritmi incalzanti, campioni strapazzati e cantato in falsetto, e dinamiche di crescendo e ripartenze euforiche che ricordano i migliori Animal Collective. Chiude tutto <b><a href="https://www.facebook.com/djkhalab/" target="_blank">DJ Khalab</a></b>, reduce dallo splendido album realizzato in coppia con Baba Sissoko e qui impegnato invece in un DJ set che fa ballare anche i muri spessissimi delle case del centro storico di Vico, ottima combinazione di spinta house e influenze multiculturali.<br />
<br />
<img border="0" height="332" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoUSkuU0ygPX-mdM_XUTMwM0_bcS1bvi4lH0YmbcxxCaXJX7Ylm0185yJUhk46Npvl3uSJ1J0-vc8MIyJvJ7pvMlMMoZNJF7J-fSM0i8BJ6sabBRPrAQj-UZmaK8OxeTu-oH4/s640/55431_MKND16_SHARE+%2528480x251%2529.jpg" width="640" /><br />
<br />
- Le parti in causa insomma vengono da una fetta di mondo bella e molto varia: Mali, Sudafrica, Giappone, Stati Uniti d'America, Islanda, Grecia, Italia. Quello del manifesto qui sopra invece non è un beduino di chissà quale tribù sahariana, ma un membro di una delle molte <b>confraternite di Vico</b>.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/N01kuc8u28g?rel=0" width="560"></iframe><br />
<br />
- Vico che è soprannominata addirittura "Città dell'amore", forse perché il suo santo patrono è nientemeno che <b>San Valentino</b>, protettore della città e soprattutto dei suoi agrumeti, da sempre fra i cardini della sua economia. Questo ed altro nella visita guidata del centro storico che i ragazzi di Mukanda - ciliegina sulla torta di un'organizzazione molto attenta, entusiasta e puntuale - offrono gratuitamente ogni pomeriggio nei giorni del festival.<br />
<br />
- Un po' di musica per chiudere, con quello che è senza ombra di dubbio uno dei miei pezzi dell'estate, e dell'anno. <a href="https://worthwearing.org/store/intersos/europasenzamuri-mukanda" target="_blank">Dedicata a Mukanda e a Intersos: <b>#europasenzamuri</b></a>!<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Si6dfaqSwwc?rel=0" width="560"></iframe><br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/m2sMwC4AqTU?rel=0" width="560"></iframe><br />
<br />
<br />
<br /></div>
Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com54tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-48441614206323749302016-01-04T10:00:00.000+01:002016-01-04T10:00:07.204+01:00Gli album del 2015 / I ritardatari<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A classifica consegnata, esce sempre qualche disco che meriterebbe di stare nei primi dieci. O quantomeno di giocarsela. Tipo questi due.<br /><br /><a href="http://2.bp.blogspot.com/-G0EsFBMaVE4/VokCw90XjdI/AAAAAAAABRo/fJ5RsPbZfVQ/s1600/Bienoise_MeanwhileTomorrow.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-G0EsFBMaVE4/VokCw90XjdI/AAAAAAAABRo/fJ5RsPbZfVQ/s320/Bienoise_MeanwhileTomorrow.jpg" width="320" /></a><br /><br /><b>Bienoise <i>Meanwhile, Tomorrow</i> (White Forest)</b><span style="color: black;"><br>Un
altro pezzo dell'esplosione di nuovi talenti elettronici nazionali,</span>
protagonisti di uno sfondamento netto verso il pubblico <span style="color: black;"><i>indie</i></span><span style="color: black;">.</span><span style="color: black;">
U</span><span style="color: black;">n
debutto straordinario, un disco come se ne sentono pochi e non solo
in Italia. Quasi un'ora di musica che da radici house e techno
sviluppa uno stile fatto di suoni apparentemente incongrui, sporcizia
sonora e campionamenti da vecchie VHS integrati in un insieme
scintillante, e dinamiche da pista piegate alla propria visione, in
strutture tanto inusuali quanto efficaci. </span>Non
c'è un pezzo simile all'altro, ma<span style="color: black;">
il tutto</span><span style="color: black;">
suona come un unica, potente narrazione.</span></span><br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;"><i>Focus
Numbers </i></span><span style="color: black;">apre</span><span style="color: black;"><i>
</i></span><span style="color: black;">con
taglio minimale da scuola romena, groove che si ingrossa, voci
sminuzzate e respiro soul</span><span style="color: black;">.</span><span style="color: black;">
</span><span style="color: black;"><i>All
the Future I Can Endure </i></span><span style="color: black;">è
10' di pulsazione lenta e onde rumorose, stasi epiche e ripartenze da
Weatherall circa </span><span style="color: black;"><i>Screamadelica</i></span><span style="color: black;">.
La title-track ha sembianze house underground pure, voce da diva
inclusa, ma gli </span><span style="color: black;"><i>stab</i></span><span style="color: black;">
li fa un piano smagnetizzato. </span><span style="color: black;"><i>Dà
Vita</i></span><span style="color: black;">
avanza fra synth acidi e breakbeat, e decolla senza che ci si accorga
di come nel frattempo il beat si sia </span><span style="color: black;"><i>raddrizzato</i></span><span style="color: black;">,
in un implacabile crescendo psichedelico. </span><span style="color: black;"><i>Redundance</i></span><span style="color: black;">
è un treno, fra riff sincopati e palpitazioni tech-house a 135 bpm,
cassa quasi dritta e clap in controtempo, frammento vocale ripetuto e
ipnosi berlinese. </span><span style="color: black;">Lui,
Alberto Ricca, </span><span style="color: black;">pare
sia </span><span style="color: black;">"</span><span style="color: black;">tuttora
indeciso se definire la sua una musica autistica o altruistica".
Comunque vada, sarà un successo. (da <i>Rumore</i> n. 288)<br></span>Un
arrivo dell'ultimo momento, un botto in extremis dal quasi esordiente
Alberto Ricca, per una White Forest che chiude in bellezza un 2015
già notevole grazie agli album di <span style="color: black;">Broke
One e Furtherset, e al premio di migliore etichetta dell'anno
assegnatole dal circuito Italian Quality Music Festivals. </span><span style="color: black;"><i>Meanwhile,
Tomorrow </i></span><span style="color: black;">è
un album vero, che costruisce un discorso coerente e sfaccettato
pescando da vari stili elettronici e uscendone nuovo, a tratti
inaudito.</span><span style="color: black;">
House, campioni misteriosi, techno, psichedelia, rumori. Pista </span><span style="color: black;">(un
promo di </span><span style="color: black;"><i>Focus
Numbers</i></span><span style="color: black;">
a</span><span style="color: black;">
Villalobos, presto!) </span><span style="color: black;">e
cervello. </span><span style="color: black;">Il
pensiero va</span>
a capolavori come <span style="color: black;"><i>Techno
Primitivism </i></span><span style="color: black;">di
Juju & Jordash, o </span><span style="color: black;"><i>American
Intelligence</i></span><span style="color: black;">
di Theo Parrish; non tanto per affinità precise, quanto per ampiezza
dello sguardo e capacità di inserirsi in una tradizione
rinnovandola. (da <i>Soundwall</i>)</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/wbjrGQ2LJPU" width="560"></iframe><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">*****</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Gdkidh6qT1M/VolQT-xiCSI/AAAAAAAABR4/Lv4-Ig0HutI/s1600/HieroglyphicBeing_WeAreNotTheFirst.jpg" imageanchor="1"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-Gdkidh6qT1M/VolQT-xiCSI/AAAAAAAABR4/Lv4-Ig0HutI/s320/HieroglyphicBeing_WeAreNotTheFirst.jpg" width="320" /></span></a><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Hieroglyphic Being & J.I.T.U. Ahn-Sahm-Bul <i>We
Are Not The First</i> (RVNG Intl.)</span></b><br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;">Già
parecchio avventuroso nel suo approccio alla materia house, Jamal
Moss alza il livello affiancando il suo alias più noto a un ensemble
tarato su avanguardia e free jazz: la stella Marshall Allen, Shelley
Hirsch, Shahzad Ismaily, Daniel Carter, Ben Vida, Elliott Levin; e un
batterista black metal/psichedelico come Greg Fox (Liturgy, Guardian
Alien). Fin troppo facile parlare di ponte steso fra la Chicago acida
di Moss e quella afrofuturista di Sun Ra, ma </span><span style="color: black;"><i>We
Are Not the First</i></span><span style="color: black;">
quello fa, e benissimo. Accogliendo ance ululanti, ritmi liberi, voci
recitate o usate come strumento, synth modulari e un ribollire di
303, 808 e macchinari house affini in un flusso di musica in costante
tensione positiva. Che culmina nei caldissimi 18'39" della
conclusiva title-track: la BYG è viva e lotta insieme a noi. (da <i>Rumore</i> n. 288)<br><br /></span></span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" mozallowfullscreen="" src="https://player.vimeo.com/video/143832114?color=ffffff&title=0&byline=0&portrait=0" webkitallowfullscreen="" width="500"></iframe></span>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-56658789589108458202015-12-30T10:00:00.000+01:002015-12-30T10:00:03.080+01:00Gli album del 2015 / 1<b><a href="http://3.bp.blogspot.com/-Hwtplebpp_g/Vnh5RoimjnI/AAAAAAAABRY/6feDak1-FbU/s1600/suf.jpg" imageanchor="1" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-Hwtplebpp_g/Vnh5RoimjnI/AAAAAAAABRY/6feDak1-FbU/s320/suf.jpg" width="320" /></a><br /><br /><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">1. Sufjan Stevens <i>Carrie & Lowell</i> (Asthmatic Kitty)</span></b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br />Uno
che, badasse al portafoglio e all'ego, avrebbe capitalizzato da tempo
su un talento enorme. E invece dal 2000 ha vagato fra progetti tanto
affascinanti quanto improbabili (un album per ogni stato degli Usa:
finora ne sono usciti due), divagazioni fra elettronica, classica e
sperimentazione, messe a fuoco ripetute di uno stile già nitido da
tempo. Quello che brilla in <i>Carrie & Lowell</i>,
ridotto ai minimi termini di una voce, una chitarra acustica e poco
altro. In undici canzoni intime e personali che ascoltate una volta
non vi lasceranno più, nate da un'esigenza privata d'amore - Carrie
è la madre, Lowell il suo compagno - e fattesi amore universale come
capita solo con i fuoriclasse. (da <i>Soundwall</i>)</span><br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/qx1s_3CF07k" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-70047646303019314882015-12-29T10:00:00.000+01:002015-12-29T15:02:40.585+01:00Gli album del 2015 / 2<b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-A9JagTXOTPs/Vnh4ruS6zsI/AAAAAAAABRM/2hPaUd2hVuk/s1600/mbo.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-A9JagTXOTPs/Vnh4ruS6zsI/AAAAAAAABRM/2hPaUd2hVuk/s320/mbo.jpg" width="320" /></a><br /><br />2. Mbongwana Star From Kinshasa (World Circuit)</b><br /><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;"><i>From
Kinshasa to the Moon</i></span><span style="color: black;">,
in realtà. Come il brano che apre, e come la sensazione che subito
vince. Un viaggio verso l'ignoto che spaventa ed elettrizza, unico
riferimento in cielo la </span><span style="color: black;"><i>stella
del cambiamento</i></span><span style="color: black;">,
mbongwana in Lingala. Cambiamento in opera nei presupposti e nei
fatti. Dopo lo scioglimento degli Staff Benda Bilili, senzatetto
paraplegici diventati fenomeno pop globale, i cinquantenni Coco
Ngambali e Theo Nzonza ricominciano con tre di cui potrebbero essere
padri, e col parigino Liam Farrell. Scordare il passato: l'incontro
fra generazioni e culture è dirompente, i confini si fanno sfocati.
Farrell non solo produce senza il </span><span style="color: black;"><i>rispetto</i></span><span style="color: black;">
verista che di solito muove i suoi omologhi, ma entra nel gruppo a
tutti gli effetti, suona, campiona, distorce, dà e riceve in un
rapporto alla pari senza limiti. I congolesi portano materiale
straordinario, energia umana e minacciosa in parti uguali: tradizione
in odore di rumba e spinta in avanti che ingloba bassi post-punk,
chitarre rumorose, intrecci vocali imprendibili, echi, ritmi
elettronici pulsanti (fino all'assalto di </span><span style="color: black;"><i>Suzanna</i></span><span style="color: black;">,
mostruosa techno berlinese con dolce cantato gospel), gli immancabili
likembe elettrificati (a cura dei Konono N°1 in </span><span style="color: black;"><i>Malukayi</i></span><span style="color: black;">).
Tutto insieme è qualcosa che non si era ancora sentito, ed è
fantastico. Un disco che alza il livello </span><span style="color: black;"><i>Congotronics</i></span><span style="color: black;">
di tre tacche, il migliore uscito fin qui dalla Kinshasa odierna.
</span><span style="color: black;">Afrofuturismo,
per usare un termine in voga. Ma sul serio. (da <i>Rumore</i> n. </span>282/283)</span><br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/7MRovi-WT9c" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-3326472289778136532015-12-28T10:00:00.000+01:002015-12-29T15:03:38.419+01:00Gli album del 2015 / 3<b><a href="http://2.bp.blogspot.com/-HFSzBWfefHY/Vnh2ZIN7YSI/AAAAAAAABRA/bYiO5vhqTw4/s1600/sk.jpg" imageanchor="1" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-HFSzBWfefHY/Vnh2ZIN7YSI/AAAAAAAABRA/bYiO5vhqTw4/s320/sk.jpg" width="320" /></a><br /><br /><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">3. Sleater-Kinney <i>No Cities To Love</i> (Sub Pop)</span></b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;">
<br>
Otto anni dopo, annunciate da un misterioso 7" inserito senza
preavviso nel box antologico <i>Start Together</i></span><span style="color: black;">,
le stesse Sleater-Kinney di sempre. Non suoni come una bocciatura,
anzi. Come un'affermazione di identit</span><span style="color: black;">à
e sicurezza dei propri mezzi, piuttosto. Come conferma di una cosa
che è stata ben chiara fin da subito: il gruppo appartiene alla
ristretta cerchia di chi fa musica perché </span><span style="color: black;"><i>deve</i></span><span style="color: black;">,
senza ragionare a tavolino su come questa musica debba suonare,
lasciando che venga fuori e basta, e lì cominciando a lavorare per
darle la miglior forma possibile. Nessuno ha nemmeno provato ad
imitarle, in questi anni di pausa. Come se fossero qualcosa di
intoccabile, una sfida persa in partenza. Come i Fugazi, altro gruppo
della cerchia, altro gruppo ufficialmente in pausa.</span></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.6cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;">Poi
certo, ci sono le sfumature. Rispetto alle bordate distorte di </span><span style="color: black;"><i>The
Woods</i></span><span style="color: black;">,
questo </span><span style="color: black;"><i>No
Cities to Love</i></span><span style="color: black;">
suona piuttosto come un ritorno al clima fresco e immediato </span><span style="color: black;">degli
album precedenti</span><span style="color: black;">,
ma con la potenza accumulata strada facendo come bonus. Brucia di
un'urgenza che ci piacerebbe trovare in ogni lavoro di un gruppo
riunito dopo tanto tempo, ed entra subito in testa. </span><span style="color: black;">C'</span><span style="color: black;">è
anche una netta intenzione funk, nella declinazione </span><span style="color: black;"><i>bianca</i></span><span style="color: black;">
e tagliente nata con il post-punk, che emerge in modo più o meno
esplicito. Come se le tre avessero scoperto adesso, naturalmente a
modo loro, i Franz Ferdinand del primo album, che per quanto </span><span style="color: black;"><i>démodé</i></span><span style="color: black;">
possa apparire la citazione restano una delle migliori ipotesi di
lavoro pop su quel suono. Ci sono anche quattro o cinque delle
migliori canzoni mai firmate dal trio, e una carica in fondo
prevedibile, ma non fino a questo punto. Di meglio non si poteva
sperare.</span></span></div>
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Cj2k3QsHmyM" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-77718027513736852922015-12-27T10:00:00.000+01:002015-12-29T15:05:12.182+01:00Gli album del 2015 / 4<b><a href="http://2.bp.blogspot.com/-9S4ZMV4ygN0/Vnh1tQyKh2I/AAAAAAAABQo/6ld_ryf6RMw/s1600/kime.jpg" imageanchor="1" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-9S4ZMV4ygN0/Vnh1tQyKh2I/AAAAAAAABQo/6ld_ryf6RMw/s320/kime.jpg" width="320" /></a><br /><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br />4. Insanlar/Ricardo Villalobos <i>Kime Ne</i> (Honest Jon's)</span></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;">“Il
ritmo è un linguaggio universale, mentre le melodie appartengono a
culture specifiche”, diceva </span><span style="color: black;">Ricardo
Villalobos</span><span style="color: black;">
nel 2008, quando Rumore andò a Berlino a intervistarlo e la sua
faccia finì sulla copertina del numero 197, una delle più eretiche
della storia di questo giornale. Erano i giorni di tracce come
</span><span style="color: black;"><i>Enfants</i></span><span style="color: black;">
o </span><span style="color: black;"><i>Primer
Encuentro Latino-Americano</i></span><span style="color: black;">,
e </span>di
album come <span style="color: black;"><i>Sei
Es Drum</i></span><span style="color: black;">:
fenomenali. </span>In
molti cominciavano a unire ritmiche house minimali e fonti
strumentali o vocali <span style="color: black;"><i>periferiche</i></span><span style="color: black;">,
in pochi (vengono in mente i romeni Petre Inspirescu e Rhadoo, e il
turco Onur Özer) riuscivano ad andare oltre la semplice
giustapposizione e la ricerca dell'effetto esotico, forse lui solo
riusciva a trasformare il tutto in un discorso davvero organico e
coerente, evolvendosi senza limiti apparenti. Ricardo firmava tracce
sempre più lunghe, ipnotiche, slegate da qualunque dinamica dance
convenzionale, perfezionando anche dal punto di vista tecnico e
sonoro uno stile sempre più unico. Ecco, a quei giorni siamo tornati
improvvisamente ascoltando </span><span style="color: black;"><i>Kime
Ne</i></span><span style="color: black;">,
doppio 12" (inciso su tre lati, sul quarto c'è un lavoro
dell'artista Katharina Immekus) pubblicato da Honest Jon's e
intestato al maestro cileno/berlinese e alla band turca </span><span style="color: black;">Insanlar</span><span style="color: black;">.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;">Trattasi
di un collettivo acustico/elettronico di Istanbul, radunato intorno
al DJ e produttore disco/psichedelico Barış K, </span>al
polistrumentista e cantante <span style="color: #141823;">Cem
Yıldız e</span><span style="color: black;">
al percussionista Hogır.</span><span style="color: #141823;">
</span><span style="color: #141823;"><i>Kime
Ne </i></span><span style="color: #141823;">-
registrata dal vivo </span><span style="color: black;">nel
2010 - </span><span style="color: #141823;">esce
per la prima volta il 27 dicembre 2013, divisa sui due lati di un 12"
pubblicato dalla concittadina Aboov Plak. </span>Il
<span style="color: black;">testo
è un adattamento dei versi di due poeti e mistici ottomani del
sedicesimo e diciassettesimo secolo rispettivamente, Kul Nesîmî e
Pir Sultan Abdal, e la musica... beh, la musica è qualcosa di
sublime. Qualcosa di molto vicino al sogno bagnato del lettore-tipo
di questa umile pagina. V</span><span style="color: #141823;">entiquattro
minuti di </span><span style="color: black;">Bosforo,
Baleari e Berlino in combinazione, una sinuosa pulsazione dubby a 100
bpm su cui volteggiano corde di chitarra acustica e di acidissima
</span><span style="color: black;"><i>bağlama</i></span><span style="color: black;">,
cori epici e specie di </span><span style="color: black;"><i>scat</i></span><span style="color: black;">
vocali velocissimi. Sullo sfondo, mentre il sole sorge o tramonta, i
minareti della Moschea Blu o la torre di Alexanderplatz, chi li
distingue più. Già introvabile l'originale, Honest Jon's ripara
ristampando e convocando appunto Villalobos, per due remix che al
confronto paiono quasi </span><span style="color: black;"><i>normali</i></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">.
Velocità aumentata a 120, groove minimalista solido e multiforme,
dettagli che si rincorrono, vena più solare nel primo e più scura e
tesa nel secondo. Un'ora di musica in tutto, meravigliosa. (da <i>Rumore</i> n. 278)<br><br></span></span></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/wcaCRcb4l7c" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-73129734193109360902015-12-26T10:00:00.000+01:002015-12-29T15:06:27.363+01:00Gli album del 2015 / 5<a href="http://3.bp.blogspot.com/-ajD2sT4xtAA/Vnhz9xeZCzI/AAAAAAAABQQ/FZ9wiYCD8k8/s1600/down.jpg" imageanchor="1" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-ajD2sT4xtAA/Vnhz9xeZCzI/AAAAAAAABQQ/FZ9wiYCD8k8/s320/down.jpg" width="320" /></a><br />
<br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>5. Downtown Boys <i>Full Communism</i> (Don Giovanni)</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;">In
breve, quello che un gruppo punk deve essere. Dentro i propri tempi e
i loro movimenti (vedi video di </span><span style="color: black;"><i>Wave
of History</i></span><span style="color: black;">).
Senza paura di esporsi contro razzismo, sessismo, capitalismo e -ismi
vari che per troppo tempo è stato figo tralasciare. Bruciante e
spontaneo, come la California al passaggio fra punk e hardcore, o
certa no wave. Creativo, perché con gli strumenti soliti pompano
anche due sax. In più, ed è un punto di forza dei sei di
Providence: fatto di sessi e culture diverse, e capace di fare della
diversità un messaggio in forma (testi in spagnolo e inglese) e
sostanza. Aggiungere una citazione di Yasiin Bey/Mos Def come
manifesto, e una di quelle cover inattese che dopo un solo ascolto
cambiano proprietà, </span><span style="color: black;"><i>Dancing
in the Dark</i></span><span style="color: black;">
di Springsteen. </span><span style="color: black;">Non
puoi accendere un fuoco senza una scintilla, </span><span style="color: black;"><i>claro</i></span><span style="color: black;">. (da <i>Rumore</i> n. 281)</span></span><br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.6cm;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/T23wfhddpYY" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-79656722363544430472015-12-25T10:00:00.000+01:002015-12-25T10:00:02.616+01:00Gli album del 2015 / 6<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-A-Y_KfvzyjY/VnhygM_lp4I/AAAAAAAABQE/DCxP8ygUoq4/s1600/HIT.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-A-Y_KfvzyjY/VnhygM_lp4I/AAAAAAAABQE/DCxP8ygUoq4/s320/HIT.jpg" width="320" /></a></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /><b>6. Heroin In Tahiti <i>Sun and Violence</i> (Boring Machines)</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Chiamatela
psichedelia occulta italiana o chiamatela come vi pare, ma alcune
cose vanno date per certe: parliamo di alcune delle cose migliori
sentite nel nostro paese da un lustro circa in qua, e di un <i>nome
collettivo</i>
tanto artificiale e imposto (come tutti i <i>nomi
collettivi</i>,
peraltro: Viv Albertine nella sua splendida autobiografia scrive
"punk", tra virgolette) quanto efficace nella sua
inclusività, capace di rappresentare un'attitudine più che un suono
preciso, e di calzare addosso a un insieme di gruppi in cui è
davvero difficile pescarne due uguali.<br />Difficilissimo per gli Heroin In Tahiti, duo romano che dopo un album già notevole (<i>Death Surf</i>, 2012), uno altrettanto valido diviso con Ensemble Economique (<i>No Highway/Black Vacation</i>, 2013) e uno uscito solo su cassetta (<i>Canicola</i>, 2014) </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">cala l'asso con questo monumentale doppio. Un lavoro che nasce proprio da quella cassetta, e dal suo lavoro ancora grezzo ma già interessantissimo su <i>field recordings</i> dell'Italia meridionale degli anni '50, raccolti da Diego Carpitella e Alan Lomax. <i>Sun and Violence</i> riprende quel lavoro con minore improvvisazione e più ragionamento, sviscerando l'anima cupa ed esoterica di quei luoghi e di quei tempi, con <i>Sud e magia</i> di Ernesto De Martino come testo di riferimento.<br />Ne esce un'ora di musica vibrante e ispirata, che allarga sensibilmente la visuale oltre la <i>Spaghetti Wasteland</i> di chitarre riverberate e ritmi narcotici ben nota a chi segue le gesta del gruppo, dilatandosi e complicandosi, muovendosi fra momenti di stasi bruciati dal sole e ipnotiche cavalcate kraute, frenesie psichedeliche e malinconie mediterranee.<br /></span>
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/475C2SmyfgQ" width="420"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-83846797805634502952015-12-24T10:00:00.000+01:002015-12-24T10:00:15.244+01:00Gli album del 2015 / 7<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><a href="http://3.bp.blogspot.com/-sArx5vCV2qg/Vng0cIQ8qRI/AAAAAAAABP0/3TJbk6ch7Us/s1600/squa.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-sArx5vCV2qg/Vng0cIQ8qRI/AAAAAAAABP0/3TJbk6ch7Us/s320/squa.jpg" width="320" /></a><br /><br />7. SQUADRA OMEGA <i>Altri occhi ci guardano</i> (Sound Of
Cobra/Macina Dischi)</b></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">A
chiusura della terna di dischi con cui ha inaugurato un 2015 fertile
a dir poco, la Squadra piazza il colpo del KO. Con quello che non
solo suona come il suo </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">vero</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">
secondo album, cinque anni dopo il debutto omonimo, ma diventa anche
pietra di paragone, apice di una carriera che da qui potrebbe
procedere con moltiplicato slancio. </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Altri
occhi ci guardano </i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">è
per ampiezza di sguardo, ambizione e dimensioni</span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">
- nove tracce in quasi settanta minuti, su vinile doppio o CD singolo
- il manifesto del trio veneto. Sintesi di quanto detto fin qui, di
pulsioni note e non, di plausibili direzioni future. Matura e
sorprendentemente accessibile.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prima
facciata: <i>Sospesi
nell'oblio</i>,
otto minuti e mezzo di basso ossessivo e <i>twang</i>
chitarristico orientaleggiante, ritmo incalzante e melodia sul finale
che suona come un lampo beat dal passato remoto, tutto incastrato fra
la tensione rarefatta di <i>Il
buio dentro</i>
e la pace cosmica di <i>La
nube di Oorth</i>.
Seconda: <i>Il
labirinto</i>,
portata avanti per tredici minuti dal sax e da un'altra linea di
basso senza fine, con fase acida californiana e percussioni in coda,
prima che <i>Sepolto
dalle sabbie del tempo</i>
alzi la temperatura con tiro funk da <i>blaxploitation</i>.
Terza: acustiche arpeggiate in <i>Hyoscyhamus</i>,
e poi il prog folk a combustione lenta di <i>Il
grande idolo</i>,
altri undici minuti di viaggio. Quarta: altro funk e altro wah-wah,
con assolo elettrico a oltranza e sax protagonista della
decomposizone finale, nei dodici e mezzo della <i>title
track</i>,
e altre corde acustiche nella conclusiva <i>Le
rovine circolari</i>.
E
siamo appena a metà anno. (da <i>Rumore</i> n. 281)<br /></span></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/bufPR-Up7hs" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-76542273955002124262015-12-23T10:00:00.000+01:002015-12-23T10:00:17.249+01:00Gli album del 2015 / 8<b><a href="http://1.bp.blogspot.com/-PP5HbxUGDLM/VnfvonKx3oI/AAAAAAAABPk/Qr8yd13a9yg/s1600/rogrob.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-PP5HbxUGDLM/VnfvonKx3oI/AAAAAAAABPk/Qr8yd13a9yg/s320/rogrob.jpg" width="320" /></a><br /><br /><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">8. Roger Robinson <i>Dis Side Ah Town</i> (Jahtari)</span></b><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Con i riflettori puntati sulla <a href="http://ninjatune.net/release/king-midas-sound-fennesz/edition-1" target="_blank">pregevole collaborazione</a> fra Fennesz e quei </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">King Midas Sound di cui è una delle due voci, rischiavamo di perderci l'entrata trionfale di Roger Robinson nel ristretto novero dei <i>dub poet</i>. Il pensiero va dritto al più grande fra loro, Linton Kwesi Johnson, alle sue cronache di ordinaria ingiustizia in pieno incubo thatcheriano, declamate con tono caldo e severo sul potente incedere della Dub Band di Dennis Bovell. Robinson restringe il campo, concentrandosi su un quartiere londinese. Uno solo, ma <i>pesantissimo</i> in quanto a portata simbolica, snodo fondamentale di ogni discorso sui mutamenti dell'Inghilterra urbana e multietnica: Brixton.<br />Nato ad Hackney e cresciuto a Trinidad, già residente della zona, il nostro passa da Brixton di ritorno da un tour nell'agosto del 2011, e si ritrova in mezzo ai <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/2011_England_riots" target="_blank">disordini</a> che stanno mettendo a ferro e fuoco quella e varie altre zone della città, e del paese. Subito comincia a prendere appunti, mentali e reali, registrati al volo sul suo dittafono, usati come punto di partenza per una sorta di documentario sul luogo, la sua gente, la sua storia, il suo futuro. </span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Walk with Me</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">, dice uno dei titoli. Ed è proprio quello facciamo, </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">in un tour con la miglior guida possibile, che trova la miglior colonna sonora possibile nel reggae retro/futurista dello specialista Disrupt. Il suo lavoro è quello di un artigiano giamaicano, sepolto da campionatori di una volta, ampli valvolari ed effetti autocostruiti, ma con una sensibilità dub(step) moderna. La base perfetta per le cronache sporche e immediate - o per le rare, splendide melodie cantate - di Roger.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: DINWeb; font-size: 14px; line-height: 21px;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="373" src="https://www.youtube.com/embed/ijSoswvmXh0" width="633"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-14374346490223876032015-12-22T10:00:00.000+01:002015-12-22T10:00:04.989+01:00Gli album del 2015 / 9<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><a href="http://4.bp.blogspot.com/-fIt_TID1Lkg/VnfuJX1Zt1I/AAAAAAAABPM/T9ucIN-Eszg/s1600/BZ.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-fIt_TID1Lkg/VnfuJX1Zt1I/AAAAAAAABPM/T9ucIN-Eszg/s320/BZ.jpg" width="320" /></a><br /><br />9. Black Zone Myth Chant <i>Mane Thecel Phares</i> (Editions Gravats)</b></span><br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="color: black;">Come
un oggetto volante non identificato, che dichiara fin dalla copertina
la sua devozione all'eterno Sun Ra, il secondo del francese High Wolf
come Black Zone Myth Chant piomba fra noi e lascia del tutto
spiazzati. Affascinati e impauriti in parti uguali. Pare di
riconoscere sembianze familiari, ma subito dopo appare </span><span style="color: black;"><i>altro</i></span><span style="color: black;">.
Pare di essere avviati su una strada, e quando </span><span style="color: black;">è
troppo tardi per tornare indietro ci si accorge che invece è
un'altra. Sono otto labirinti, ostici a prima vista, inebrianti una
volta dentro. E dentro c'è </span><span style="color: black;"><i>tutto</i></span><span style="color: black;">:
footwork, ma distante anni luce da quasi tutto il footwork sentito
fin qua; un'Africa immaginata più che reale; amore per dub e jazz;
t</span>echno,
come attitudine all'esplorazione elettronica; b<span style="color: black;">eatmaking
astratto e dopato; l'esperienza del Lupo con droni e psichedelia.
Pazzesco. (da <i>Rumore</i> n. 280)</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/bb_PAt_naW4" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-58154798919416597282015-12-21T13:08:00.000+01:002015-12-21T13:27:26.653+01:00Gli album del 2015 / 10<b><a href="http://2.bp.blogspot.com/-QN-SbvbMaHs/VnfrZb8jIjI/AAAAAAAABPA/yuPEGMmfa9E/s1600/xx.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-QN-SbvbMaHs/VnfrZb8jIjI/AAAAAAAABPA/yuPEGMmfa9E/s320/xx.jpg" width="320" /></a><br /><br /><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">10. Jamie xx <i>In colour</i> (Young Turks)</span></b><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /><span style="color: black;">Non
ha avuto fretta, Jamie Smith. Si era capito da subito, dall'epocale
debutto dei suoi xx nel 2009, che in ballo c'era qualcosa di grosso,
il talento puro di un giovane musicista britannico e la sua capacità
di intrecciare generi e mondi. Ma nonostante la giovane età il
ragazzo è riuscito a dosarsi perfettamente, a rilasciare esempi di
quel talento con il contagocce, o quasi. Un album condiviso con la
leggenda afroamericana Gil Scott-Heron, un altro con la band, qualche
singolo, qualche remix. E oggi, finalmente, questo palpitante <i>In Colour</i></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">.
Un lavoro che mantiene tutte le promesse, e oltre, virando in chiave
dance le atmosfere rarefatte e le melodie intimiste per cui va
famoso. Una dance delicata, estatica, fatta di campionamenti
sorprendenti - su tutti, la magistrale interpolazione di <i>Could
Heaven Ever Be Like This</i> di Idris Muhammad in <i>Loud Places</i>, con
effetti da pelle d'oca - e trame di chitarra, beat fra il balearico e
le tensioni garage/dub urbane londinesi, strizzate d'occhio al Four
Tet più orecchiabile (che infatti collabora, insieme ai compagni di
band Oliver Sim e Romy Madley Croft, e agli MC giamaicani Young Thug
e Popcaan) e placide derive tropicali. In tutto, fanno tre quarti
d'ora di musica serena ed empatica, che eleva lo spirito e scorre con
naturalezza rara, pronta per ricominciare immediatamente. (da <i>DJ Mag Italia</i> n. 51)</span><br /></span>
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/TP9luRtEqjc" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-58573638643842025252015-06-11T23:29:00.001+02:002015-06-11T23:29:55.361+02:00Arriva Ben Seretan<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-v7xZp2C4e7Y/VXn9sIEQ77I/AAAAAAAABJA/ALnF_P70vYw/s1600/LB14flier.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="http://3.bp.blogspot.com/-v7xZp2C4e7Y/VXn9sIEQ77I/AAAAAAAABJA/ALnF_P70vYw/s640/LB14flier.jpg" width="640" /></a></div>
<br />Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-18280183507874366682015-05-19T13:00:00.000+02:002015-05-19T14:07:30.553+02:00Li salviamo, signò?<div style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Le evidentemente ricchissime Filippine <a href="http://www.aljazeera.com/news/2015/05/philippines-accept-rohingya-migrants-150519091830125.html" target="_blank">offrono accoglienza ai migranti Rohingya</a> in fuga, che nessun altro paese della zona ha voluto.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sono musulmani massacrati dalla pulizia etnica dei buddisti, in Myanmar.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sono troppe due notizie destabilizzanti in un colpo solo?</span></div>
<div style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Facciamo tre allora, anzi quattro:</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">- le Filippine sono un paese al 90% cristiano e all'80% cattolico;</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">- nelle Filippine è in corso da circa 45 anni una ribellione armata di alcune province a maggioranza musulmana.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #141823; display: inline; line-height: 19.3199996948242px; margin-top: 6px;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lasciate perdere la religione, insomma.<br />
Sono sempre i ricchi (o i meno poveri), che non vogliono i poveri (o i più poveri).<br />
Con qualche eccezione, per fortuna.</span></div>
Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-58661863231690148172015-05-16T12:22:00.000+02:002015-05-16T12:22:14.108+02:00DEATH METAL ANGOLA<a href="http://4.bp.blogspot.com/-pp3UjWOBgNc/VVcZNZhkgmI/AAAAAAAABH4/1AnJ2ratNB8/s1600/MV5BMTYyODM5ODgyN15BMl5BanBnXkFtZTgwNzY4MDYwMzE%40._V1_.jpg"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-pp3UjWOBgNc/VVcZNZhkgmI/AAAAAAAABH4/1AnJ2ratNB8/s640/MV5BMTYyODM5ODgyN15BMl5BanBnXkFtZTgwNzY4MDYwMzE%40._V1_.jpg" /></a><br />
<br />
Cercate di vedere <i>Death Metal Angola</i>.<br />
Un film commovente, che mette in un'altra prospettiva più o meno il 99% delle discussioni ciniche, sterili, paracule o <i>ironiche</i> in cui noi che abbiamo a che fare con la musica perdiamo tempo ogni giorno.<br />
Poi, se avete voglia, parliamo della polemica fra Sun Kil Moon e i War On Drugs.<br />O di Max Pezzali.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/DZJ55Gc_nsI" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-87926650133564416372015-05-11T11:46:00.001+02:002015-05-11T11:46:23.253+02:00Nuova asticella, alta<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/T23wfhddpYY" width="560"></iframe>Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-41177795382074892402015-05-07T16:02:00.000+02:002015-05-07T16:02:17.645+02:00Tre cose<a href="http://1.bp.blogspot.com/--TdVIWfdSVI/VUtpP3X7mDI/AAAAAAAABHY/2H0HFOqqbMs/s1600/dunque.jpg" style="text-align: center;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/--TdVIWfdSVI/VUtpP3X7mDI/AAAAAAAABHY/2H0HFOqqbMs/s1600/dunque.jpg" /></a><br />
<br />Dopo un sacco di tempo, e con il ritorno della famiglia in città dopo un po' di anni in provincia, torno a mettere dischi a Torino.<br />Succede domani, venerdì 8 maggio, al <a href="https://www.facebook.com/pages/Dunque/694535277321010?fref=ts" target="_blank">Dunque</a> di via Santa Giulia. Bar notevole che Google Maps pone a 250 metri esatti dal portone di casa mia. Passi piccoli insomma, meglio così.<br />La modalità è quella a me molto cara di <i>Globo</i>, selezione di pop, psichedelia, funk e rock da paesi lontani che vado proponendo grossomodo da quando gli hipster ancora ascoltavano gli Interpol invece di William Onyeabor.<br /><i>HIC SUNT LEONES!</i><br /><br /><br /><br /><a href="http://4.bp.blogspot.com/-HQQVIfc1uIw/VUtri6TuUoI/AAAAAAAABHk/KylW93HAgyo/s1600/Schermata%2B2015-05-07%2Balle%2B15.28.59.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-HQQVIfc1uIw/VUtri6TuUoI/AAAAAAAABHk/KylW93HAgyo/s1600/Schermata%2B2015-05-07%2Balle%2B15.28.59.png" /></a><br /><br />Il 12 maggio, quindi martedì, esce invece questo qui: il vinile di <i>Prodotto</i> degli Altro.<br />Senza farla troppo lunga: anni fa avevo una piccola etichetta discografica, si chiamava <a href="https://loveboatrecords.wordpress.com/" target="_blank">Love Boat Records & Buttons</a> (perché facevamo anche spillette). <i>Prodotto</i> è la sua uscita che ha avuto più "successo", ma soprattutto una delle più belle. Arrivò all'inizio del 2004, e fu la conferma che gli Altro erano un gruppo unico e inimitabile.<br />Non a caso, continuarono e continuano a fare dischi per un sacco di altre etichette, prima fra tutte <a href="http://www.latempesta.org/" target="_blank">La Tempesta</a>.<br />Da oggi possiamo dire che Love Boat è tornata, non so bene come e per quanto, ma insomma a casa oggi sono arrivate 300 copie di un LP, quindi è tornata.<br />L'edizione è in vinile nero 180 grammi, limitata a 300 copie numerate a mano.<br />Potete <a href="mailto:info@love-boat.org" target="_blank">scrivermi</a> e vi spiego come si compra. Fra poco dovrebbe arrivare pure nei negozi.<br /><br /><br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihm4y03xhqDMNw8LLpZRuXM-tGFTGiz0HNNZhh6XN3PWTSWvo5QDcdYE-v6Izfcb0KQw8an57d9DoVuZvZrDufwlgJIU0tcGxxwJg6iKJvoG0vzs3INwLw88vNpIGlNU-je_8/s1600/a0596441497_10.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihm4y03xhqDMNw8LLpZRuXM-tGFTGiz0HNNZhh6XN3PWTSWvo5QDcdYE-v6Izfcb0KQw8an57d9DoVuZvZrDufwlgJIU0tcGxxwJg6iKJvoG0vzs3INwLw88vNpIGlNU-je_8/s640/a0596441497_10.jpg" width="640" /></a><br /><br /><div>
Lui invece si chiama Ben Seretan, <a href="http://soulfood.blogspot.it/2015/03/all-things-go.html" target="_blank">ne abbiamo già parlato qualche tempo fa</a>.<br />Viene a suonare in Italia a luglio, e ci sono ancora un po' di date da piazzare.<br />Per esempio, a Torino il 12 luglio.<br />Per esempio, al sud e al centro fra il 20 e il 24 luglio.<br />Costa poco, è simpatico, è bravissimo. Scrivete a <a href="mailto:jacopobeta@gmail.com" target="_blank">Jacopo</a> se avete delle idee.<br />Scrivete a me se invece volete/potete prestargli la sala prove o lo studio il 27 luglio.</div>
Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-7162941289033926222015-04-20T10:13:00.001+02:002015-04-20T10:13:36.343+02:00Su GrilluAncora una volta, dalla Sardegna arrivano le parole giuste.<br />L'amico <a href="http://www.lafeltrinelli.it/libri/francesco-abate/657470" target="_blank">Francesco Abate</a>, su Facebook, così sintetizza quanto accaduto nel canale di Sicilia e i commenti seguenti. Chiudendo ogni discussione, e ogni possibilità di <i>dibattito</i>.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGvBX53t73BxD4clgWZ68apTjiNtVJyx156fH5qFxAThWROEmZlVnDHeQABIqN6jcXAI4R9thzzzXq9o2q5Nj1FI8X2Amg6Wa7WxYm7vgzwLx745uO9MtpQT7R7-D48VM3p2U/s1600/Schermata+2015-04-20+alle+10.09.24.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGvBX53t73BxD4clgWZ68apTjiNtVJyx156fH5qFxAThWROEmZlVnDHeQABIqN6jcXAI4R9thzzzXq9o2q5Nj1FI8X2Amg6Wa7WxYm7vgzwLx745uO9MtpQT7R7-D48VM3p2U/s1600/Schermata+2015-04-20+alle+10.09.24.png" /></a></div>
<br />Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-2637108398043042122015-03-27T09:08:00.002+01:002015-03-27T09:10:41.987+01:00In rigoroso ordine di importanza<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjksaJIPPJdw-9Q2GjaugkRxLEJvNIFrujfjuo_v1bSTQmBm-94uK9lXZ4KeXZpdA88t5mf3pZW-6lL0EmfcVOmeo1E6Uh-NUoWKrnI9Qh7wvcSr3sqWcU4O_DInXkhfDnuhrw/s1600/11079615_10152945228724690_5792749557624105007_n.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjksaJIPPJdw-9Q2GjaugkRxLEJvNIFrujfjuo_v1bSTQmBm-94uK9lXZ4KeXZpdA88t5mf3pZW-6lL0EmfcVOmeo1E6Uh-NUoWKrnI9Qh7wvcSr3sqWcU4O_DInXkhfDnuhrw/s1600/11079615_10152945228724690_5792749557624105007_n.jpg" /></a><br /><br />(PS - Come molto spesso succede, <a href="http://soulfood.blogspot.it/2012/12/che-ce-frega-de-chenpeng-noi-cavemo.html" target="_blank">si va a finire QUI</a>)
<!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F2.bp.blogspot.com%2F-74gveyqq8co%2FVRUP7VIkZ9I%2FAAAAAAAABGg%2F7eDcVCTlJIk%2Fs1600%2F11079615_10152945228724690_5792749557624105007_n.jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjksaJIPPJdw-9Q2GjaugkRxLEJvNIFrujfjuo_v1bSTQmBm-94uK9lXZ4KeXZpdA88t5mf3pZW-6lL0EmfcVOmeo1E6Uh-NUoWKrnI9Qh7wvcSr3sqWcU4O_DInXkhfDnuhrw/s1600/11079615_10152945228724690_5792749557624105007_n.jpg" -->Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-40393975965874339472015-03-12T14:17:00.004+01:002015-03-12T14:58:12.916+01:00Da Paolo Conte a Libero senza passare dal via<i>Semina il vento</i>, romanzo di successo dello scrittore Alessandro Perissinotto.<br />
Ad aprile 2011 esce con questa copertina.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0M_HHd85F08d7kPPQiqPYvSND9Q15UR8CJTHm9Bc8AqEleOpxXwEGM8QCSxcN0qVKCcbtp8Rp98gdjSHQD8ErHvAo8FFNjI0omsgZemprbY15ParckNW9CLwwk4XZbQG646g/s1600/Semina-il-vento.jpg"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0M_HHd85F08d7kPPQiqPYvSND9Q15UR8CJTHm9Bc8AqEleOpxXwEGM8QCSxcN0qVKCcbtp8Rp98gdjSHQD8ErHvAo8FFNjI0omsgZemprbY15ParckNW9CLwwk4XZbQG646g/s1600/Semina-il-vento.jpg" width="260" /></a><br />
<br />
<br />
A settembre 2012 esce in prima edizione economica, con questa copertina (e virgolettato di Paolo Conte, tanto per sottolineare il tipo di pubblico che si voleva raggiungere).<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_UO9CQzds5TTE9ML2PBkEFnw70oV-znfbDJUEhE0qPI7lnwgFzdBocLCR19czA6ykn3IU0jP-tiIV0jCA6vVYgzWoqZiQnL4DmydpdSOHYUVisf_cjK99pqbQLhC_N28wSo8/s1600/3566230_258698.jpg"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_UO9CQzds5TTE9ML2PBkEFnw70oV-znfbDJUEhE0qPI7lnwgFzdBocLCR19czA6ykn3IU0jP-tiIV0jCA6vVYgzWoqZiQnL4DmydpdSOHYUVisf_cjK99pqbQLhC_N28wSo8/s1600/3566230_258698.jpg" width="262" /></a><br />
<br />
<br />
A luglio 2013 esce in seconda edizione economica, con questa copertina.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgucRHIIt-Wm_dRrv3ceInvqQ5TZm9DMtSmYB7h-TbhKf0FyhQyHkhji8YB697llDEG_9lx__9aC6tkwSHLh6qYf8x5J59IdblpQQzOT1MUeIoucDG6k6bIb6L0rLupNieXdJg/s1600/4122721_278771.jpg"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgucRHIIt-Wm_dRrv3ceInvqQ5TZm9DMtSmYB7h-TbhKf0FyhQyHkhji8YB697llDEG_9lx__9aC6tkwSHLh6qYf8x5J59IdblpQQzOT1MUeIoucDG6k6bIb6L0rLupNieXdJg/s1600/4122721_278771.jpg" width="256" /></a><br />
<br />
<br />
Siccome però c'è di mezzo la moglie iraniana di un italiano - la quale, da laica che era, si rifugia nella religione come reazione alla diffidenza e all'ostilità verso la straniera (ma dai! davvero?) che trova nel borgo sperduto sulle montagne piemontesi dove la coppia si trasferisce - e quando occasioni del genere le hai <i>già in catalogo</i> non è il caso di farsi troppi scrupoli (nemmeno se nel libro è lei che muore, e l'accusato è proprio il marito italiano, ma non sottilizziamo), la casa editrice si butta a volo d'angelo sull'emozione post-parigina, e ne pubblica a febbraio 2015 una terza edizione economica.<br />
Con questa copertina, decisamente più orientalista e al passo coi tempi (anche se pare un ninja più che una donna iraniana).<br />
E con uno strillo che dice tutto.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKk5EKwzDPMptk4iixTXKrG3qQ4R9GQ7TtbrefyYU95U1cwyTC3UtyJ-3blEt8ezl9H2lVnCpy_FtXKYbLCzCFU1UeOhFZy-Dpvy4ixeHgQhUK4gv_dKS9OEt7tsvYEnlH1hk/s1600/6177761_347743.jpg"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKk5EKwzDPMptk4iixTXKrG3qQ4R9GQ7TtbrefyYU95U1cwyTC3UtyJ-3blEt8ezl9H2lVnCpy_FtXKYbLCzCFU1UeOhFZy-Dpvy4ixeHgQhUK4gv_dKS9OEt7tsvYEnlH1hk/s1600/6177761_347743.jpg" width="247" /></a><br />
<br />
<br />
<i>PS - Sostieni e diffondi <a href="http://orientalissimo.tumblr.com/" target="_blank">Orientalis(si)mo</a>!</i><br />
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<br />"(...) José Louis Modabi in arte <a href="http://www.pierrekwenders.com/" target="_blank">Pierre Kwenders</a>, congolese trasferitosi adolescente a Montreal, conciato come una via di mezzo fra un <i>sapeur</i> della sua Kinshasa e un hipster nordamericano, con scenografia di ghetto blaster cartonati e giungla urbana non meglio definita.<br />Sicuro dei propri mezzi a dire poco, tanto da definire la sua musica "World 2.0" e da definirsi nientemeno che "portavoce dell'Africa moderna" e "ultimo imperatore Bantu", il ragazzo ha effettivamente numeri fuori dal comune. I segni di un'Africa urbana e all'avanguardia ci sono, congolesi ma non solo. Espliciti quando il cantato è in lingala, quando in <i>Kuna Na Goma</i> spunta l'asso Baloji, o quando i titoli sono cose come <i>African Dream</i>, <i>Popolipo</i>, <i>Kuna Na Goma</i>, <i>Mami Wata</i>. Riconoscibili quando emergono melodie corali e ritmiche che evocano la tradizione della rumba. Mai dominanti però, e mai ostentati. <br />Servono puttosto a inserire Le Dernier Empereur Bantou in un contesto electro/soul davvero globale, in cui giocarsela come lavoro tanto africano quanto canadese o - perdonate la banalità - cittadino del mondo. Anche per questo, e perchè siamo nel 2015 e non nel 1915, non stona affatto la scelta di Pierre da parte di Radio-Canada come rivelazione 2014-2015, ma stona la sua sistemazione nella vetusta e a quanto pare intramontabile categoria della "world music". A meno che la si intenda non in senso esclusivo (noi siamo noi, il resto è <i>world</i>) bensì inclusivo.<br />Perché c'è molto mondo, in queste undici canzoni: il ritmo incalzante e i suoni della splendida <i>Mardi Gras</i>, ad esempio, rimandano proprio alla Louisiana cajun, e le strofe rap dell'ospite Jacobous (Radio Radio) sono in <i>chiac</i>, francese acadiano misto a parole e costruzioni sintattiche inglesi, con influenze nativo-americane, lingua molto in voga fra le nuove generazioni del canada francofono. Il concittadino di origine mozambicana Samito rima invece in portoghese in <i>Popolipo</i> e <i>Ali Boma Ye</i>. <i>Ani Kuni</i> sembra avere come riferimento principale il pop mediorientale, piuttosto.<br />E la produzione - curata da Nom De Plume e Poirier - fornisce al tutto una polpa elettronica attuale e senza confini, con bassi prepotenti negli episodi ballabili e raffinatezza sintetica in quelli r&b, confondendo forme e stili, creando il supporto ideale per la bella voce di Kwenders, e marchiando un disco che potrebbe essere fatto a Montreal come a Kinshasa, a Parigi come a New York, a Nairobi come a Johannesburg." (<a href="http://www.rumoremag.com/" target="_blank">Rumore</a> n. 276)Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-42392308128547969292015-03-09T08:52:00.000+01:002015-03-09T09:04:39.577+01:00All things go (a.k.a. Falla girare)I miei sospetti cominciano a rivelarsi fondati.<br />
Far girare i propri dischi gratuitamente, se lo si fa con il disco giusto nel modo giusto, conviene. A tutte le parti in causa.<br />
Al punto che farlo con il disco giusto nel modo giusto può voler dire (ipotizzo?) mandarlo di propria iniziativa a un blog musicale <i>illegale</i> molto seguito. Ad esempio. Cioè essere noi stessi alle origini di un leak, perché più piccoli - in termini di popolarità e fanbase - del blog stesso. Oppure non scomporsi quando un proprio disco ci arriva, dare la cosa più o meno per scontata e reagire con classe e attitudine positiva (o semplicemente realista).<br />
Prove non ce ne sono, solo scenari verosimili.<br />
<br />
***<br />
<br />
La prima metà del merito è di <a href="http://www.benseretan.com/">Ben Seretan</a> e del suo <a href="https://benseretan.bandcamp.com/">straordinario album omonimo</a>, uscito a fine 2014 e da me scoperto grazie a <a href="http://nodata.tv/">Nodata</a>, ovvero uno dei blog dove scaricare <i>illegalmente</i> musica più ricchi e seguiti della Rete.<br />
<br />
Avendo impostato il sito come pagina di partenza del mio browser, ci passo spesso. Il più delle volte ho tempo ed attenzione a sufficienza per dare giusto un'occhiata veloce a nomi e copertine, scaricando i dischi che già so mi interesseranno, e aprendo le pagine di altri due o tre per approfondire (con nome dell'etichetta, tag di genere ed eventuali commenti degli utenti: non c'è nulla di più). Il più delle volte, sembra tutta una massa indefinita di roba, costantemente aggiornata e molto uniforme dal punto di vista grafico. Poco riesce a spiccare, a catturare l'attenzione.<br />
Questa, ad esempio.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBEd7Fcw-ZVr8G5mXOOLQRDsjdYjTIXSnwP4ee5AA6zMEn0Qwd98dQ3zJy2irR_U0rb7DYL61xJrKqnUUQHfUHe-PTdmxwZTmJk7ymxwY1sfMDhAuE1lqq_pznC4RjGiOBLW8/s1600/a0596441497_10.jpg"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBEd7Fcw-ZVr8G5mXOOLQRDsjdYjTIXSnwP4ee5AA6zMEn0Qwd98dQ3zJy2irR_U0rb7DYL61xJrKqnUUQHfUHe-PTdmxwZTmJk7ymxwY1sfMDhAuE1lqq_pznC4RjGiOBLW8/s1600/a0596441497_10.jpg" width="400" /></a><br />
<br />
Vado avanti, dunque, e scopro <a href="https://www.youtube.com/watch?v=TEPM0l4yGo0" target="_blank">uno dei miei dieci dischi dell'anno</a>.<br />
Ma non è questo il punto. Il punto è che si tratta di un disco autoprodotto da Ben stesso, e venduto tramite la sua pagina Bandcamp in due formati: download digitale, ed edizione limitata di 250 copie in doppio vinile colorato.<br />
Fortunato io che ci ho creduto - un disco con una copertina così non può essere brutto, anzi deve per forza avere qualcosa che la maggior parte degli altri non ha - e ho approfondito: con il ritmo con cui solitamente Nodata posta nuovi dischi, sarebbe bastato aprire la pagina qualche ora più tardi e la suddetta copertina, da bassa che era nella pagina, sarebbe finita fra le "older entries", e allora ciao <i>Ben Seretan</i>, ciao Ben Seretan, ciao disco del mese fra i più apprezzati degli ultimi anni di Rumore, ciao disco del mese che più di tantissimi altri ha senso di essere disco del mese di <a href="http://www.rumoremag.com/" target="_blank">Rumore</a> (a che servono altrimenti, Rumore e testate analoghe, se non a raccontare cose che nessuno sa?) e anche <i>ciau bale</i>, come dicono dalle mie parti.<br />
Ma un artista così, sostanzialmente sconosciuto e con in casa 250 copie di un album su doppio vinile pagato in proprio, non ha <i>solo ed esclusivamente</i> da guadagnare da una cosa simile?<br />
In altre parole: a un Ben Seretan qualunque, soprattutto se <a href="https://vimeo.com/102294866" target="_blank">bravo come il Ben Seretan non qualunque</a>, non converrebbe addirittura mandare di sua iniziativa, volontariamente, il disco a un sito <i>illegale</i> come Nodata, che di fatto - con la sua sorta di <i>redazione</i> invisibile ma evidentemente molto attenta a cosa pubblicare e cosa no - si è ormai guadagnato una credibilità pari se non superiore a quella di tante testate ufficiali? Non è una mossa di marketing più efficace dell'invio di cento link promozionali a cento diverse testate specializzate? Pubblicità gratuita?<br />
<br />
Ora, non sto dicendo che questo sia il caso di Ben. <br />
Lui mi aveva chiesto come avessi fatto a scoprirlo, io gli avevo spiegato e lui aveva ribattuto<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Ah! You know what? That Nodata post has been really good for me, actually... I'm sure there were lots of illegal downloads, but a lot of people have been reaching out. Cool!</i></blockquote>
Ma per sicurezza glielo ho chiesto abbastanza esplicitamente, in un'intervista uscita purtroppo sintetizzata sul numero 276 di Rumore, ma che prima o poi sistemerò e pubblicherò da qualche parte.<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>(io) The album comes out as a download on Bandcamp, plus very limited prints on vinyl and tape. I, as I think many others if not most others, bumped into it via Nodata, and followed the "illegal download to physical purchase” path. Correct me if I’m wrong, but I think it’s a perfect example of a trend that’s more and more common, and that could possibly become a viable way of handling things for small and very small artists: my impression is that, with Nodata and the illegal downloads, you will sell not less but more physical copies of your album. </i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>(Ben Seretan) I'm really stoked that someone felt moved enough to post my record - which really sticks out like a sore thumb - to Nodata. I got a Google alert about it! Which was kind of surreal. And it really seems like a lot of people checked out the audio that way. Ultimately that's what I really want - for the music to be heard, in any way. The thing about illegal downloads is that they're basically impossible to track, so I actually have no idea what percentage of people who downloaded the record also purchased copies. Because of the huge response I got after the record got posted - lots of friends telling me they saw it on the website, modest sales, some totally random blog posts, an email from the venerable Mr. Andrea Pomini, etc - I think probably 1,000s of people downloaded the record. Which means less than a percent of people actually bought something! That's not viable, right?</i></blockquote>
Lui nicchia dunque, in qualche mail che non trovo più mi pare accennasse a qualche suo amico che poteva averlo fatto a sua insaputa, ma insomma. L'impressione è che senza quel post invece di essere esaurito da un mesetto (un quinto circa delle copie sta in Italia, fra l'altro) l'album avrebbe avuto una diffusione molto meno vasta e capillare.<br />
E che una buona percentuale di materiale presente su Nodata (facciamo il 33%?) sia lì perché lo hanno mandato gli stessi che lo hanno prodotto.<br />
<br />
***<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim3aMYCpv2p5W2tdWSAWPlAT31PM2JOtxolRX0RCySfBQeg_ccqI_VNdshfPE2vTBShN3LUc1oYaC7hqYAdkdIJ4sFqtHz4MMmkzCwdMd2mSn9Jao7nKrWBy5qHeLl2Igq8oQ/s1600/AKR099-Cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim3aMYCpv2p5W2tdWSAWPlAT31PM2JOtxolRX0RCySfBQeg_ccqI_VNdshfPE2vTBShN3LUc1oYaC7hqYAdkdIJ4sFqtHz4MMmkzCwdMd2mSn9Jao7nKrWBy5qHeLl2Igq8oQ/s1600/AKR099-Cover.jpg" height="400" width="400" /></a><br />
<br />
La seconda metà del merito è invece della <a href="http://asthmatickitty.com/" target="_blank">Asthmatic Kitty Records</a>.<br />
Il 7 marzo, sempre su Nodata compare <i><a href="http://asthmatickitty.com/merch/carrie-lowell/" target="_blank">Carrie & Lowell</a></i>, il nuovo album di <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Sufjan_Stevens" target="_blank">Sufjan Stevens</a>, proprietario e artista di punta dell'etichetta. Disco che esce ufficialmente il 31 marzo, ma che molti giornalisti hanno ovviamente già ricevuto.<br />
Invece di passare giornate intere con i propri avvocati a caccia di link da fare rimuovere, l'etichetta ne prende atto, e posta questo commento:<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiopchrl5a6xai6ZdKhEt9fVlpfpDSZgw-cye5p_zXBLjhqeTxB1wu_ThGjEVpRPSLOiO0UofsKD4jzrav3ZNzz23qYSfU-NmriZhlKAkkVX_XW2qSt12KdhMJkst176WaqJco/s1600/Schermata+2015-03-07+alle+21.33.45.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiopchrl5a6xai6ZdKhEt9fVlpfpDSZgw-cye5p_zXBLjhqeTxB1wu_ThGjEVpRPSLOiO0UofsKD4jzrav3ZNzz23qYSfU-NmriZhlKAkkVX_XW2qSt12KdhMJkst176WaqJco/s1600/Schermata+2015-03-07+alle+21.33.45.png" /></a><br />
<br />
Non solo i link per scaricarlo restano su.<br />
Non solo si chiede il supporto di coloro che ascolteranno e apprezzeranno il disco, invitandoli ad acquistarlo nei vari modi a disposizione.<br />
Si va oltre: "Se vi piace ma non avete i soldi per comprarlo, potete aiutarci condividendo la musica con un amico. In entrambi i casi, grazie per l'ascolto!"<br />
<br />
Basta che lo facciate girare, insomma. E grazie.<br />
E parliamo di una delle uscite più attese dell'anno, del ritorno a cinque anni di distanza dall'album precedente di uno degli artisti più originali, dotati e amati in ambito "indie" internazionale. Il nuovo di Sufjan Stevens, insomma. Un'uscita su cui l'etichetta avrà investito sicuramente moltissimo, non potendosi permettere un suo fallimento commerciale.<br />
<br />
Quindi: c'è chi dice "non scaricate, siamo un'etichetta indipendente e i soldi per fare questo disco sono gran parte del nostro budget, tenetene conto", c'è chi dice "non scaricate, pezzi di merda" e basta, e c'è chi dice esattamente il contrario.<br />
E se la strategia che paga - in tutti i sensi - di più fosse la seconda?<br />
<br />
I commenti al post, fino ad ora, paiono una smentita (tutta da verificare dal 30 marzo in poi, per carità) dell'assunto secondo cui chi scarica non compra. <br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHscejNA0KP9dvwjxpKeMVeiETE2G46AeGOXDfJWJ-CvRYgAXzVNrTT0LVxMDcRcW2xD28phmLD5c5GK1InKG5VVoL3dMnaJhfQ4uhqKGUfOz-K5PP10x2-iVhBIRKTd6WdFE/s1600/Schermata+2015-03-08+alle+02.14.01.png"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHscejNA0KP9dvwjxpKeMVeiETE2G46AeGOXDfJWJ-CvRYgAXzVNrTT0LVxMDcRcW2xD28phmLD5c5GK1InKG5VVoL3dMnaJhfQ4uhqKGUfOz-K5PP10x2-iVhBIRKTd6WdFE/s1600/Schermata+2015-03-08+alle+02.14.01.png" /></a><br />
<br />
Certo, il download illegale di album interi resta un protagonista della fruizione musicale di questi tempi, e uno dei responsabili principali della crisi della discografia, ma pare ormai scavalcato da altre forme più semplici e meno da appassionati.<br />
A usarlo restano i <i>compratori forti</i>, quelli che scaricano e poi vanno in negozio o su Amazon. Quelli che portano i soldi alle etichette, come hanno sempre fatto o come hanno imparato a fare. Nodata e simili sono essenziali, per loro.<br />
<div>
<br />
Per questo, la sensazione è che la strada presa da Asthmatic Kitty sia probabilmente quella giusta. L'altra la si è provata, e non sembra aver portato tutti questi risultati.<br />
Voi, a parità di bellezza del disco, comprereste quello di Asthmatic Kitty o quello di chi toglie i link e minaccia vie legali?</div>
<!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F1.bp.blogspot.com%2F-6n2gknGODWo%2FVPuku75OOhI%2FAAAAAAAABFU%2FLLpRQrwtdG4%2Fs1600%2FSchermata%252B2015-03-08%252Balle%252B02.14.01.png&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHscejNA0KP9dvwjxpKeMVeiETE2G46AeGOXDfJWJ-CvRYgAXzVNrTT0LVxMDcRcW2xD28phmLD5c5GK1InKG5VVoL3dMnaJhfQ4uhqKGUfOz-K5PP10x2-iVhBIRKTd6WdFE/s1600/Schermata+2015-03-08+alle+02.14.01.png" --><!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F4.bp.blogspot.com%2F-TnMu02y2DG4%2FVPti4StpgWI%2FAAAAAAAABEw%2FzHXG2NrsJdQ%2Fs1600%2Fa0596441497_10.jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBEd7Fcw-ZVr8G5mXOOLQRDsjdYjTIXSnwP4ee5AA6zMEn0Qwd98dQ3zJy2irR_U0rb7DYL61xJrKqnUUQHfUHe-PTdmxwZTmJk7ymxwY1sfMDhAuE1lqq_pznC4RjGiOBLW8/s1600/a0596441497_10.jpg" -->Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-49690077577918463522014-12-18T18:26:00.002+01:002014-12-18T23:54:11.548+01:00Non è successo nienteDopo mesi di notizione sparate a tutta pagina, "terrorismo" e parole simili infilate in ogni titolo, foto minacciose di uomini mascherati e fuoco, ecco la prima pagina della cronaca di Torino e Piemonte de <i>La Stampa</i>, il giorno in cui cade per i quattro militanti No Tav l'accusa, appunto, di terrorismo.<br />
<br />
Com'era la storia che la smentita deve essere pari alla notizia bla bla bla bla bla?<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAQJKg56-JaX8N3s2d83sAAsyoZAJXMVPmoyavslaff7EAfzCsGm3IFnqjvYnIllpZZ9uGvd_ZaY6nU6OjJLuuWsBGlk5ZUs1FN2VXQjGwmgw2nftd4BHYIxxT-h3uAmGQak8/s1600/notav.jpg"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAQJKg56-JaX8N3s2d83sAAsyoZAJXMVPmoyavslaff7EAfzCsGm3IFnqjvYnIllpZZ9uGvd_ZaY6nU6OjJLuuWsBGlk5ZUs1FN2VXQjGwmgw2nftd4BHYIxxT-h3uAmGQak8/s1600/notav.jpg" width="532" /></a><br />
<br />
<br />
In compenso, nelle pagine nazionali la Busiarda mette una foto sicuramente scattata ieri durante le proteste per la condanna. Notare lo smanicato invernale del manifestante.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz8STZpAVtVwO7TFFFZS4gqYiZcc9H5QN3jSiBHXO3_Kd7PTXXIXFZEng5yfs9fIEGzplrwZlmqJbuPB6ohlgI90cy9PJy2dU1zx6iYRi2-4Ig99CsAegnMMlPuCWi3eHwp7A/s1600/rea.jpg"><img border="0" height="366" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz8STZpAVtVwO7TFFFZS4gqYiZcc9H5QN3jSiBHXO3_Kd7PTXXIXFZEng5yfs9fIEGzplrwZlmqJbuPB6ohlgI90cy9PJy2dU1zx6iYRi2-4Ig99CsAegnMMlPuCWi3eHwp7A/s1600/rea.jpg" width="640" /></a><br />
<br />
<br />
<br />
<!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F2.bp.blogspot.com%2F-jZ1p-NaDBlw%2FVJMNnkKsmGI%2FAAAAAAAABD0%2FhenSfp1NMTw%2Fs1600%2Fnotav.jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAQJKg56-JaX8N3s2d83sAAsyoZAJXMVPmoyavslaff7EAfzCsGm3IFnqjvYnIllpZZ9uGvd_ZaY6nU6OjJLuuWsBGlk5ZUs1FN2VXQjGwmgw2nftd4BHYIxxT-h3uAmGQak8/s1600/notav.jpg" --><!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F3.bp.blogspot.com%2F-dn9cKC63dBk%2FVJMPyfZwxPI%2FAAAAAAAABEA%2Fk1UypdFEMkg%2Fs1600%2Frea.jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz8STZpAVtVwO7TFFFZS4gqYiZcc9H5QN3jSiBHXO3_Kd7PTXXIXFZEng5yfs9fIEGzplrwZlmqJbuPB6ohlgI90cy9PJy2dU1zx6iYRi2-4Ig99CsAegnMMlPuCWi3eHwp7A/s1600/rea.jpg" -->Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-15010046181532617512014-11-16T13:08:00.001+01:002014-11-16T13:08:38.189+01:00L'imperialismo in un'immagine sola<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNBp1e8bv0O59abZzzGA-EoEsHzZPnPB1D9ZJGWKiGr1VOrPIn440OarFAT7iKETXr-9T8GeP13vS-rCtGIubWQW-94v5DuiJ_BKnNzFnD4u7GJQv7ar9ZfjPocXP_YRcmIEo/s1600/B2jb0RNIYAA_OM9.jpg-large.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNBp1e8bv0O59abZzzGA-EoEsHzZPnPB1D9ZJGWKiGr1VOrPIn440OarFAT7iKETXr-9T8GeP13vS-rCtGIubWQW-94v5DuiJ_BKnNzFnD4u7GJQv7ar9ZfjPocXP_YRcmIEo/s1600/B2jb0RNIYAA_OM9.jpg-large.jpeg" /></a></div>
<br />Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-994368.post-88409812564845623432014-08-06T11:37:00.002+02:002014-08-06T11:49:52.698+02:00Didascalie moderate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbrXYAn2qg098zTyDztiVYSKMMOsmLoPFYl922IfVWpk9qb2bgOJFFTbiw59JcztRKgXfzdq5a-L8xfjvz4t6NWRpfYCOjy5cCSFc0Fl4x5syV7pO3CGIKp6XF-u3mAhJahvQ/s1600/sxdx.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbrXYAn2qg098zTyDztiVYSKMMOsmLoPFYl922IfVWpk9qb2bgOJFFTbiw59JcztRKgXfzdq5a-L8xfjvz4t6NWRpfYCOjy5cCSFc0Fl4x5syV7pO3CGIKp6XF-u3mAhJahvQ/s1600/sxdx.jpg" height="270" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<br />
<i>(a.k.a. Argomenti a favore dell'introduzione della semiotica nei programmi scolastici italiani, PRESTO)</i><br />
A me non sta sul cazzo che <i>La Stampa</i> abbia la sua opinione su quello che sta succedendo in Palestina, e non mi sta sul cazzo che questa opinione sia diversa dalla mia.<br />
<br />
A me sta sul cazzo che l'opinione de<i> La Stampa</i> passi come opinione obiettiva, non faziosa, <i>moderata</i>. In opposizione alla mia - o a quelli di altri media - che invece passa per estremista, faziosa, <i>partigiana</i>.<br />
A me sta sul cazzo se <i>La Stampa</i> usa mezzi illeciti per fare passare questa impostazione (peraltro del tutto opinabile, <a href="http://soulfood.blogspot.it/2013/05/moderati.html" target="_blank">come ho già avuto modo di dire: visti da qui, sono altri gli estremisti</a>).<br />
Perché l'informazione la fanno innanzitutto foto, titoli, didascalie e impaginazione. Poi, casomai, l'articolo.<br />
<br />
Prendiamo la prima pagina di oggi, qualunque cosa ne pensiate di quello che sta succedendo in Palestina.<br />
<br />
<i>Primo punto, il più evidente.</i><br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8A41BmXplq7TYBfR-Sj4zuoawwU2k1J-Yaz2amTR1YynLwgIyF3xXOqZJW6fe5u251VigCQkjQUTi9siM67EGB2JmkZifBssH1mMq6pgenYfm9hylTGUhTCoCLcJQoYyGC_o/s1600/dx.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8A41BmXplq7TYBfR-Sj4zuoawwU2k1J-Yaz2amTR1YynLwgIyF3xXOqZJW6fe5u251VigCQkjQUTi9siM67EGB2JmkZifBssH1mMq6pgenYfm9hylTGUhTCoCLcJQoYyGC_o/s1600/dx.jpg" height="477" width="640" /></a></div>
<br />
La ragazza nella foto non "inneggia alla resistenza palestinese".<br />
La ragazza nella foto ha in mano un palloncino con su scritto "Gaza ti amo".<br />
Un palloncino su cui era stampata una generica scritta "I love you", a cui è stata aggiunta a pennarello la parola "Gaza", per la precisione.<br />
Senza aggiungere altre analisi, da un punto di vista puramente fattuale, la didascalia è sbagliata.<br />
<br />
Si comincia dunque a creare una cornice, una piccola <i>narrazione tossica</i> (perdonate l'abuso del termine, ma chi l'ha coniato ha avuto davvero un'intuizione felice), che trova il suo compimento allargando il campo.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcVIteVmcSfz7p6VJ1nRetzH59Z8P6O7Fn08306QrkFKeEs8ojNPC9I7XHjeH8-xCkFUdrESUjFOmfajACJ3MCt1VKBsWcbiFCfNAS0e5gzIVdOC1iywIsSmYDrjOEmG3HzD8/s1600/sx.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcVIteVmcSfz7p6VJ1nRetzH59Z8P6O7Fn08306QrkFKeEs8ojNPC9I7XHjeH8-xCkFUdrESUjFOmfajACJ3MCt1VKBsWcbiFCfNAS0e5gzIVdOC1iywIsSmYDrjOEmG3HzD8/s1600/sx.jpg" height="477" width="640" /></a></div>
<br />
<i>Secondo punto, la finta equidistanza.</i><br />
<br />
A sinistra della foto della ragazza, ce n'è una di un soldato. Anzi, "Un giovanissimo soldato israeliano di ritorno da Gaza".<br />
Dimenticando per un attimo il fatto che da nessuna parte si vede come il soldato stia effettivamente tornando da Gaza, e non magari andandoci, notiamo alcuni dettagli utili a costruire il personaggio, a inserirlo nella narrazione di cui sopra e a farci posizionare dall'una o dall'altra parte:<br />
<br />
- è molto giovane, in effetti;<br />
- ha gli occhi chiari chiari, ha la faccia pulita e innocente, ha le braccia nude tese nello sforzo, ed è <i>bello</i>, come il 99% dei soldati israeliani nelle foto che di solito ci vengono mostrate;<br />
- ha un'espressione sollevata, "io veramente non ci volevo andare, ma era necessario, e adesso meno male per tutti che è finita";<br />
- l'immagine è luminosa, serena, sa di ritorno a casa dai propri cari in pensiero;<br />
- conferma quello che il titolo sopra dice: Israele sta andando via da Gaza. Quindi, tutto quello che succederà da qui in avanti sarà responsabilità di altri, non di Israele.<br />
<br />
Dall'altra parte, infatti, la ragazza di cui sopra:<br />
<br />
- "Dopo la tregua", continua a inneggiare alla resistenza palestinese (facciamo finta che il palloncino dica quello); non si accontenta della tregua che Israele ha gentilmente concesso, ma persevera nel suo odio;<br />
- per quello che ne sappiamo, potrebbe anche non trovarsi a Gaza ma manifestare in qualunque parte del mondo; conta però identificare quella foto come ciò che resta a Gaza dopo che Israele se ne è andato;<br />
- restano vetrine di negozi piene di manichini e vestiti colorati, altro che bombardamenti e distruzione;<br />
- restano bambine col volto scuro scuro, velate e bardate con la <i>kūfiyya</i>, che non riescono ad essere contente della tregua; <i>ma non protestavate tutti perché uccidevano anche i bambini?</i><br />
- restano uomini baffuti nelle retrovie, metaforica messa in scena del mito degli "scudi umani" usati da Hamas ripetuto a oltranza ogni volta che Israele bombarda Gaza;<br />
- resta un'immagine scurissima, che contrasta ad arte con la luce emanata da quella al suo fianco.<br />
<br />
Da scuola di giornalismo, in un certo senso.<br />
<br />
<br />Andrea Pominihttp://www.blogger.com/profile/04389609278092978490noreply@blogger.com0