18/10/10

Guarda caso


Quel font ho l'impressione di averlo già visto...

17/10/10

Striscia la notizia


"I souvenir lasciati dai serbi", intitola una delle sue gallerie un sito di Repubblica sempre più livellato verso il basso, nella ormai mitica colonnina alla destra dello schermo.
Nessuno però ha dato un'occhiata alle foto stesse, si direbbe, perchè quella che è messa lì come una sfilata di immagini di colore, fra teschi e scritte in cirillico, contiene anche e soprattutto una notizia.
Piccola ma significativa, viste tutte le analisi politiche e storiche ascoltate negli ultimi giorni: a Marassi insieme ai serbi c'erano anche dei montenegrini (vedi foto 9, 12 e 15).
Per accorgersene basta sapere che il Montenegro, stato praticamente confinante con l'Italia, è indipendente dal 2006, e che Podgorica è la sua capitale.
Per tutto il resto - il bianco e il blu sono i colori del Fudbalski Klub Budućnost Podgorica, i cui ultras si chiamano Varvari (o barbarians, o barbari) - c'è Wikipedia.

16/10/10

Romeni e romani

Ministro Maroni, facciamo il gioco che il romeno era lui che ha dato il pugno e l'italiana lei che lo ha preso?

13/10/10

Anteprima / 29

Da oggi, Cattive Abitudini è ascoltabile in streaming sul sito di Rockit (qui i testi).
Sabato esce nei negozi, in cd o in doppio vinile, edito da La Tempesta.
Domani esce in libreria Tutto qui - La storia dei Massimo Volume, la mia biografia, per Arcana.
"È fatta" (cit.)

10/10/10

Minchia Sabbri

Certo, italianizzato e (soprattutto) pronunciato con due b rende decisamente meglio l'idea.
Ma considerato che tutto il resto del mondo usa l'originale taliban, riescono i nostri telegiornali quantomeno a dire talebani e non talebbani?

(Vedere anche)

05/10/10

Gesù a Taranto

(Grazie a Angelo Cannata)


"Lattuga Pop è la sorella del commissario Vito Ragione, ma ciò nonostante si trova legata all’organizzazione mafiosa di Play Boy Smith.
Un giorno la rgaazza incontra un giovanotto, fuggito da un manicomio e convinto di essere il Messia. Lattuga Pop, sempre più affascinata dal comportamento del sedicente Jesus, lo segue fedelmente, anche se non riesce ad ottenere da lui quel tipo di amore verso cui istintivamente e per abitudine tende.
Anche altri personaggi, tra cui molte ragazze e uno stravagante Gabriele, seguono Jesus e ne condividono i messaggi; tra i seguaci si inseriscono anche due giovani travestite da suore che sono state convertite dal predicatore mentre predisponevano gli esplosivi per un atto terroristico.
Il gruppo entra trionfalmente a Trapani. Ma nel frattempo il commissario Ragione è alla ricerca della sorella e della banda mafiosa. E anche Play Boy Smith tenta di riacciuffare Lattuga Pop. Inevitabilmente gli interessi dei mafiosi e dei poliziotti si concentrano su Jesus che viene tradito dall’avida Stella Young.
Jesus considera finita la propria missione e viene riportato nel manicomio. Ma non tutto è stato inutile, perché un gruppetto di fedeli è rimasto e, tutto sommato, l’importante è incominciare…" (presa qui).















Scommettiamo che


Come previsto, la casa di Montecarlo e il fallito attentato a Maurizio Belpietro sono letteralmente scomparsi dalle prime pagine dei giornali e dei telegiornali italiani. Roba buona per tappare buchi nelle pagine della politica o della cronaca, dopo il voto di fiducia al governo (nel primo caso) e probabilmente dopo le ombre di patacca (nel secondo).
La riflessione ora non è tanto sulla produzione mirata di queste notizie, e sulla loro messa in circolo tramite i media controllati da Silvio Berlusconi. Sono abitudini che purtroppo conosciamo, comuni a ogni regime quale che sia il suo grado di morbidezza, e finchè chi possiede televisioni e giornali potrà fare il Presidente del Consiglio continueranno ad esistere.

La riflessione riguarda piuttosto le testate e e le televisioni "serie", quelle schierate più o meno apertamente contro Arcore e quelle invece "neutrali", se il termine ha ancora un briciolo di senso. Bene, anche questi giornali e televisioni hanno coperto la vicenda Montecarlo (lasciamo stare il vile agguato al giornalista libero Belpietro, che dite?) fino all'ultimo centimetro, non perdendo una virgola di ogni dichiarazione in tema di qualunque uomo politico, portavoce, sottosegretario, velinaro, passante.
La vera notizia non è che tutti questi signori abbiano smesso di occuparsene all'improvviso, ma è piuttosto che se ne siano occupati prima. O no?
Una casa di Alleanza Nazionale che Fini avrebbe venduto a basso prezzo a una società offshore con dietro suo cognato, invece di darla al Popolo delle Libertà. Immaginate Rutelli che, al momento della nascita del Partito Democratico, vende a basso prezzo una casa della Margherita a una società offshore con dietro suo cognato, invece di darla al nuovo partito.
Sai che titoloni.

(Tra l'altro: la parola chiave in tutta la vicenda è "Montecarlo" e basta. Se i cinquanta metri quadri fossero stati a Cuneo o a Foggia, pensate che se ne sarebbe parlato così tanto e a lungo? Conta il fascino che la parola ancora esercita sugli italiani, l'aura mitica del Grand Prix e del torneo di tennis, di posto dove vanno i ricchi e chi non vuole pagare le tasse, dove si pasteggia a champagne e dove i Vanzina hanno girato almeno un film. Montecarlo è la parola chiave e al tempo stesso la prova provata che il tutto è stato prodotto in laboratorio, o che quantomeno al Giornale e a Libero abbiano aspettato fino a quando, tra le varie case che magari Tulliani ha, ne fosse venuta fuori una in un posto con almeno un po' di charme da poveracci. All'elettore di Berlusconi che vede il TG1 o legge il Giornale non interessano i particolari, e non è il caso di sbattersi troppo per farglieli sapere; l'importante è che pensi, e dica al bar, che "Fini parla parla, ma intanto si è fatto la casa a Montecarlo". Anche se Silvio ha decine di società offshore e altrettante case in località belle e costose quanto Montecarlo, naturalmente. Conta l'associazione di idee immediata, come sempre. Solo quella).

E invece vai di titoloni, dalla Repubblica alla Stampa al Corriere a Mentana e via a scendere.
E non ci dicano che se ne sono occupati perchè si capiva che erano manovre significative dal punto di vista politico, che era chiaramente la maniera di Berlusconi per mettere Fini con le spalle al muro, che documentavano in diretta l'ormai celebre "macchina del fango": bisognava dichiararlo, altrimenti non vale. Bisognava mandare gli inviati nella redazione del Giornale, non a Montecarlo a inquadrare il citofono con scritto Tulliani.

Per questo, perchè quello che non va sta a mio avviso a monte e non a valle, ritorno ad accarezzare un pensiero che mi gira in testa da tempo. Una modesta proposta. Estrema, se volete, perchè è giusto vigilare sempre e denunciare quando qualcuno cerca di piegare leggi e regole a suo piacimento. Ma tanto non è che facendolo le cose vadano così meravigliosamente bene.
Diciamo che è una provocazione, se preferite: per una settimana, a meno che non salga al Quirinale con l'esercito e un berretto da Napoleone in testa o cose del genere, tutti i media non riconducibili direttamente o indirettamente a Berlusconi non parlano di Berlusconi.

Processi esclusi, riuscite a immaginare un modo per colpirlo più nel vivo?
Scommettiamo che gli manca l'aria dopo un giorno?

04/10/10

Anteprima / 28


"Ero a San Benedetto, e andai al cinema con la mia ragazza e degli amici. Sapevo che loro stavano facendo la colonna sonora per il film di Infascelli, ma non sapevo che il film fosse uscito. Al momento dei provini ne parte uno con montaggio molto veloce e hollywoodiano; di solito i provini dei film italiani erano abbastanza melensi, questo invece era molto serrato. Sentii la musica e mi venne un colpo: “Porca puttana, questo è il pezzo mio!”, e dissi al mio amico: “Guarda ‘sti stronzi di americani, mi hanno fregato. Mannaggia, gli devo fare causa!”. Poi vidi scritto “Alex Infascelli” e dissi: “Ah, è uscito il film”. Il suono lo avevo riconosciuto subito! Mi faceva incazzare, non pensavo che uno potesse da là venire a copiare noi qua. Pensavo: “Ma come cazzo hanno fatto a farlo uguale? Non può essere!”. Sicuramente eravamo riconoscibili."

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