29/11/11

6. Low. C'mon. Sub Pop.



“Io non sono altro che cuore”. Sta negli otto minuti di Nothing But Heart il cuore del nono album dei Low. Uno di quegli slow in crescendo ai quali il trio di Duluth ci ha abituato, con i dettagli a fare la differenza: a partire in mezzo al nulla sono solo la voce di Alan Sparhawk e una chitarra elettrica distorta. Il tempo di cantare quattro righe e il titolo diventa l'unico testo, proprio quando entrano in successione una batteria spazzolata, il coro di Mimi Parker e un violino, e la canzone comincia a ingrossarsi fino a dimensioni epiche (spoiler: con un controcanto intorno al sesto minuto che è qualcosa di ultraterreno). Dal freddo al caldo, dal vuoto al pieno, dalla solitudine alla compagnia. All'essenza, al cuore appunto. Quattro anni dopo lo splendido Drums & Guns e i suoi gelidi echi di guerra, C'mon riporta tutto a casa. Una casa dove la forza di andare avanti è generata da chi ci sta vicino, dall'amore che ci unisce e da alcune delle cose più calde e struggenti che i Low abbiano mai fatto: altri gospel delle piccole cose ripetuti a oltranza che risuonano potenti come canti da stadio, “Oh majesty” sul crescendo altrettanto impetuoso di Majesty/Magic, “Il mio amore è gratuito” nella scarna e solenne $20; distillati della loro grandezza come l'iniziale Try to Sleep (con carillon velvettiano aggiunto), Witches (con il banjo di Nels Cline che arriva da chissà dove e si incastra perfettamente) e la maestosa Especially Me, altro capolavoro del disco. Piacciono anche le insolite incursioni fra sogni west coast e country-folk del migliore (You See Everything, Something's Turning Over), ma piace soprattutto il fatto che i Low esistano, e ogni tanto ce lo ricordino.
(Rumore n. 231)

PS - qualche tempo dopo aver scritto questa recensione, salta fuori un video in cui gli stessi Low - su "commissione" di A.V. Club, occhio anche al resto dell'operazione Undercover - rifanno addirittura Africa dei Toto. Merdaccia intoccabile, infatti pare che a tutti scappi pesantemente da ridere, ma anche un ritornello con una spinta epico/melodica non da poco. La sentissimo oggi per la prima volta, magari senza badare troppo al testo, potrebbe essere un capolavoro.

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