14/11/11

10. SMART COPS. Per proteggere e servire. Sorry State/La Tempesta.



Gioca a tuttocampo, La Tempesta, e mette il suo marchio anche sul segreto meglio custodito del punk italiano contemporaneo. Un'accolita di ceffi già noti alle questure (With Love, La Piovra, Ban This e Hell, Yes! Records sono alcune delle attività passate o parallele dei quattro) che si fanno chiamare Sbirri Intelligenti, si presentano sul palco in divisa nera - basco, chiodo, pantaloni aderenti con striscia rossa e t-shirt con S e C giganti - e scrivono canzoni tutte a tema come Il cattivo tenente (“La morte non è un limite/Le droghe non sono ostacoli/La merda non la cancellerai mai/Non la cancellerai mai”), La legge del più debole, La soffiata, Meglio insabbiare e Facile bersaglio. La musica? Una miscela incandescente di punk newyorkese (Dead Boys) e californiano (Crime, va da sé, ma anche Weirdos e cose Dangerhouse) misto garage-beat italiano del più selvaggio. Un concept devastante, nei presupposti e nello svolgimento. In meno di venticinque minuti è tutto finito, ma lascia il segno. Come una perquisa ben fatta.
(Rumore n. 229)

Un modo solo per tradurre “smart” non c'è. Il dizionario dice “intelligenti”, “brillanti”, “svegli” e pure “eleganti”. Fate la media, aggiungete “sbirri” davanti e avrete, oltre ad anni di barzellette sui carabinieri riassunte con mirabile sintesi, gli Smart Cops. Quattro gaglioffi con radici nella scena punk italiana dell'ultimo quindicennio (With Love, Ohuzaru, La Piovra, Ban This!, Klasse Kriminale), passati per la classica trafila dei 7” in vinile e dei tour autogestiti in giro per il mondo, prima di debuttare su album con Per proteggere e servire. Niente di così nuovo, non fosse che in ballo c'è un pacchetto completo, una mission che moltiplica il loro suono grezzo e sparato - punk classico da CBGB's tipo Ramones o Dead Boys, roba californiana coeva tipo Crime o Weirdos, la violenza del beat anni '60 più marginale - fino a renderlo il terremoto che è.
Immagine coordinata, la chiamano. Le parole per cominciare, in italiano e in tema: titoli come Il cattivo tenente, La soffiata, Meglio insabbiare, Facile bersaglio, La legge del più debole, Quel dubbioso manganello rosa, Tra le reclute un pessimo soggetto; testi che parlano di infiltrati, auto blu, retate, “muscoli, ferro e minchia”. E le divise: nere dal basco alle scarpe, passando per chiodo, maglietta con logo rosso e braghe aderenti con banda verticale rossa; fra Pantere Nere e banda di motociclisti gay, fra (International) Noise Conspiracy e Mario Placanica. Look che risalta particolarmente, se sei a Gerusalemme e ti fai fotografare davanti a una caserma della polizia israeliana, con la faccia da duro e un bel fez in testa... “Avevamo un concerto a pochi passi da lì. È stato divertente vedere lo sgomento dei poliziotti veri chiusi dentro, di fronte a quattro ragazzi che li scimmiottavano con la loro divisa posticcia”.
Vecchi nemici, nuove tattiche. “Per un gruppo punk la rabbia nei confronti delle forze dell'ordine è sempre stata la base. Band straniere come Black Flag e Doom o italiane come Wretched e Raw Power, ad esempio. A noi piace approfondire l'argomento pensando al poliziotto come a un essere umano, pieno di incertezze e debolezze - l'essere sovrappeso, lo scoprirsi omosessuale, il non riuscire a risolvere i casi - che l'uniforme non accetta nè concepisce. Una doppia sconfitta, lavorativa e morale. Il ritratto di uno sbirro doppiamente martoriato, goffo e dubbioso, spunto per un'autoanalisi che tutti dovrebbero fare, a prescindere dalla divisa che indossano e dal ruolo che ricoprono”.
Reato preferito? “Abuso di potere, per non parlare di resistenza a pubblico ufficiale. Gli Smart Cops predicano bene, ma non razzolano altrettanto. La tendenza è quella di seguire un nostro codice personale, che cozza con quello dettato dalla legge: un po' come nel film Il cattivo tenente”. Senza redenzione, naturalmente.
(Rolling Stone n. 89)

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