15/11/10

4. MULATU ASTATKE. New York-Addis-London - The Story of Ethio Jazz 1965-1975 (Strut).


Ci vuole una bella faccia a dire di avere inventato un genere senza timore del ridicolo, e ci vuole soprattutto una discografia pronta a dimostrarlo. Mulatu Astatke può: quello che chiamiamo ethio jazz è farina del suo sacco. Forte di una popolarità sempre più vasta dopo la partecipazione alla colonna sonora di Broken Flowers, e dopo la fortunata collaborazione con gli Heliocentrics, il vibrafonista, organista, autore, arrangiatore e bandleader etiope viene oggi celebrato dalla Strut con una sostanziosa retrospettiva, che si candida a riepilogo definitivo della sua discografia. Sono ventuno brani registrati durante gli anni d’oro della musica abissina, in parte in patria e in parte in trasferta a Londra e New York, dove il nostro studia e impara a fondere in maniera personalissima le melodie della sua terra con vari filoni afroamericani. Quindi jazz, certo, ma anche soul, funk acido da blaxploitation, swing da club esotico, l’onnipresente Cuba (vedere il cantato in spagnolo di I faram gami i faram). Con i risultati da sogno che ormai conosciamo.
(Rumore n. 213)

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