24/11/02

111. Dennis Brown “Some Like It Hot” 1992. (cd nuovo, Heartbeat, € 9.95).
Una maledizione perseguita una musica meravigliosa.
La maledizione delle ristampe reggae precedenti l’avvento (che non a caso ha raccolto successo a destra e a manca) di Blood & Fire e Pressure Sounds, capaci di restituire la dignità che merita ad un genere e ad un pozzo di materiale troppo a lungo trattato come fenomeno da cartolina o, al massimo, buono per fricchettoni di provincia col pallino della legalizzazione.
Materiale da sei stelle su cinque nascosto e mortificato in confezioni approssimative, dove il cantante è sempre fotografato ai giorni nostri, venti anni e venti chili in più e lo sguardo socchiuso di un pacifico cinquantenne in luogo del ventenne fiero e militante che fu. Nessuna indicazione temporale, grafica degna dei cartelli del “Processo Di Biscardi”, note interne inesistenti o approssimative.
Prendete questa raccolta del Crown Prince Of Reggae, non il peggio disponibile in tal senso (tornate fra un po’ per un certo cd di Jacob Miller…), ma comunque eloquente. Insomma, bisognerebbe essere addentro alle faccende giamaicane (se non lo siete e vorreste esserlo, permettetemi di consigliarvi la monumentale “Rough Guide To Reggae” di Steve Barrow e Peter Dalton, reperibile in edizione italiana più o meno in qualunque libreria) per capire che se il produttore dei diciotti pezzi è Niney The Observer, al mixer siedono King Tubby e Errol Thompson, le basi sono suonate dal Soul Syndicate e i titoli dicono ”Westbound Train”, “Tenement Yard”, “Africa”, “Cassandra”, “Truth And Rights”, “Ride On/Wild Goose Chase” (con Big Youth per un toasting che ha fatto storia) e via così… beh, siamo al cospetto di un mammasantissima del reggae, all’apice della sua forma e con le migliori canzoni a disposizione. Puro suono giamaicano del ghetto alla metà dei ’70, signore e signori, e duro come pochi. Io la dritta ve l’ho data.

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