27/02/10

Bentornato



Tornare in Italia dall'estero riserva sempre grosse soddisfazioni. Questa volta, consegnate addirittura prima di rientrare nei patrii confini, direttamente al controllo passaporti di un aeroporto marocchino.

Gruppo di quelli che passi tutto il viaggio a chiederti che relazioni di amicizia o parentela ci siano fra i suoi membri. Fascia di età fra i 20 e i 45 circa, maschi e femmine, sottoproletariato milanese spinto, sciatto. Un po' comunità di recupero e un po' gruppo d'ascolto di Uomini e Donne, in gita sociale.

Una passa il controllo e si ferma appena di là ad aspettare.
Uno rivolge l'interrogativo che lo tormenta prima ai suoi simili che lo circondano, poi ad alta voce e con ampi gesti a quella già passata: "Anto, ma le talebbane che si mettono il velo, quando fanno la foto per il passaporto se lo tolgono vero?"

(Trovate tutte le foto QUI)

02/02/10

I love this game!

Non incomincio nemmeno ad annoiarvi su quanto il calcio nella stragrande maggioranza dei media italiani sia diventato una cosa davvero fastidiosa. Anzi, un po' sì.

La Coppa d'Africa in Angola: l'unica cosa che pareva importare a giornali a tv italiche era il risultato del Camerun, per poter fare il titolo su Mourinho che avrà Eto'o oppure non avrà ancora Eto'o per l'importantissima sfida casalinga con la Sangiovannese. L'importante è fare il titolo su Mourinho. E naturalmente scrivere ogni volta il nome di ogni calciatore seguito fra parentesi da quello della sua squadra europea, se ce l'ha, perchè il pubblico italiano ha ancora bisogno di sentirsi dire: "Guarda che non sono dei bingo-bongo qualunque, sono bravi, giocano in Europa". (E intanto, pare che gli osservatori delle squadre italiane brillassero per la loro assenza... Petrachi dove eri invece di portarci a Torino lui?)

Comunque sia, proviamo a riparare con due link.
Due esempi quasi commoventi di passione pura, paragonabile a quella che tanti anni fa ci faceva spendere decine di migliaia di lire (e centinaia di ore) per completare l'album Panini. Due blog che riportano il calcio allo stato originario di gioco, ma moderni nell'essenza e finissimi nell'incrociare quella passione con parole e immagini. Privi di quella retorica finta da Cucci o Zazzaroni di chi rimpiange il calcio di una volta, mentre sguazza benissimo in quello melmoso di oggi.

Il primo è lo straordinario Giocatori Che Somigliano A Macchine: con il passare del tempo ha allargato il raggio di azione in mille direzioni, tutte geniali. Ma il core-business dichiarato nel titolo resta la cosa migliore: il ritrovare nei musi delle automobili i lineamenti di pedatori più o meno famosi. Un'intuizione tanto nerd quanto azzeccata. Sembra impossibile, controllate voi stessi e levatevi il cappello.
Un assaggio? Voila, e occhio: crea dipendenza.


Il secondo blog è invece Poetare Con I Piedi, luogo altrettanto splendidamente maniacale: si tratta di poesie remixate in chiave calcistica, con una cura e una competenza in entrambi i campi che qualcuno definirebbe degne di miglior causa. A me invece vanno benissimo così. Da granata, cito il dantesco Lamento del centrale:

"Ricorditi di me che son Loria;
Siena mi fé, disfecemi la Roma:
Spalletti con la sua difesa a tria
schierandomi, inetto a tale soma"
(Qui l'originale, canto V del Purgatorio)

In entrambi i casi, un calcio dove chi ha la maglia a striscie non vale più degli altri, ma uguale.

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