24/07/02

62. Low “Secret Name” 1999. (cd usato, Tugboat, € 10.00).
Scoperti tardivamente dal sottoscritto grazie a “Things We Lost In The Fire” (vedi archivio aprile qui a fianco), i Low mi stupiscono con un altro album incantevole, se possibile ancora più bello del suddetto. Lui comincia e tu dici “Però, gran canzone”. Poi arriva quella dopo e dici “Eh, ma questa è ancora più bella”, e avanti così.
Insomma, le prime cinque tracce una in fila all’altra sono uno spettacolo bello e buono. “Don’t Understand”, che arriva dopo, ha un incedere freddo che un poco spezza la magia fin lì creata, ma anche lei ha un lampo di calore nel finale. E poi si ricomincia con l’ipotetico lato b: è musica che potremmo definire immobile, intima, rassicurante, familiare. Una batteria, un basso, una chitarra, una voce maschile, una femminile. Avevo ascoltato “Secret Name” una volta di sfuggita, il giorno dell’acquisto, prima di riporlo nella dannata scatola dei cd ancora da sentire per bene e raccontare qui sopra (si parla, ahimè, di un paio di mesi di ritardo… ma ne vedrete delle belle…). Oggi l’ho rimesso su e non posso dire di essermi ricordato i pezzi, ma un cambio qui e una parola là mi sono proprio sembrati familiari. Nell’altra recensione avevo usato termini di paragone, stavolta no. Ci basti sapere che è un (gran) disco dei Low.

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