21/05/13

Moderati







































Da un po' di tempo mi ritrovo a pensare al significato del termine "moderato" applicato alla politica italiana. Termine pacato, rassicurante, garanzia di imparzialità e di ragionamento sensato (non "ideologico": avete notato che questo aggettivo invece è usato solo per definire gente di sinistra, e "di sinistra" ne è praticamente diventato il nuovo significato?), di bene collettivo messo prima del bene personale.
Al di là dell'assurdità prima di tutto logica nel definirsi tali sopra ogni altra cosa - ma davvero su qualunque argomento tu non hai una posizione netta, non accomodante e (prendete il respiro) estrema? - noto anche una sua completa soggettività. Perché di posizioni nette, non accomodanti, estreme i cosiddetti moderati ne prendono eccome, in continuazione. Ma per l'opinione pubblica restano "moderati".
E io penso: non è invece un problema di prospettiva? Prendiamone uno a caso, Alfano.
Secondo i canoni interpretativi attuali - non conta cosa dici, ma dove ti poni nello scacchiere - lui si pone con i cattolici, da sempre convenzionalmente occupanti del "centro", quindi è di centro ed è un moderato, e io sono un estremista.
Ma posta come dato non variabile la distanza (enorme) che ci separa, chi l'ha detto che la si possa osservare solo da lui verso di me e non anche al contrario, da me verso di lui?
Visto da qui, Alfano è l'estremista e io sono quello di buon senso, moderato.
Visto da qui, Giovanardi è l'estremista e io sono quello di buon senso, moderato.
Visto da qui, Esposito è l'estremista e io sono quello di buon senso, moderato.
Visto da qui, Netanyahu (che è pure nato lo stesso giorno di mio figlio, mortacci sua) è l'estremista e io sono quello di buon senso, moderato.
Ma evidentemente non funziona così, per i nostri mezzi di comunicazione.

Già, i nostri mezzi di comunicazione. I grandi quotidiani imparziali, moderati pure loro.
Guardate La Stampa come riassume, con il solito e apparentemente inevitabile ricorso alla temibile info-grafica, le posizioni in campo nel referendum bolognese sui finanziamenti comunali alla scuola privata.
A favore? Prodi e Merola. Il padre nobile della attuale sinistra italiana, Presidente della Repubblica mancato per un pelo, fra le poche figure di prestigio internazionale (e non entriamo nel merito della natura di questo prestigio e di chi lo accordi) del nostro paese. E Merola, sindaco della città.
Contrari? Guccini e Scamarcio. Un cantautore ("che ne sa un cantautore di queste cose?") che per i più è simbolo di posizioni bonariamente vetero-comuniste, bello barbone e trasandato nella foto allegata.
E un attore ("che ne sa un attore di queste cose?"), nemmeno bolognese, inizialmente noto come belloccio idolo delle ragazzine e quindi condannato - stante la pigrizia dei nostri mezzi di comunicazione, che hanno appena accettato che Jovanotti non sia più quello del cappelletto al contrario e Gimme Five - a restare tale vita natural durante. Bello fumato nella foto allegata.
Non sapendone nulla, voi con chi andreste? (Ok, anche io andrei con Guccini e Scamarcio, ma ci siamo capiti).
Sicuri che non ci fossero, fra i contrari, due figure paragonabili per peso, ruolo e prestigio, a Prodi e Merola?
Quando la presa di posizione non si vede, ma c'è.

1 commento:

Anonimo ha detto...

aggiungi che i favorevoli hanno la freccia verso l'alto, i contrari verso il basso.


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