132. Gang Of Four “Entertainment!” 1980. (cd nuovo, EMI, € 11.90).
Settembre 2002, meglio tardi che mai. Quante volte ho visto questo nome citato per descrivere la musica di gruppi a me cari? Perché non l’ho cercato prima? Di cosa avevo paura? C’è forse in me un timore innato di dovermi trovare ad ascoltare roba spessa?
Fatto sta che alla fine “Entertainment!” me lo sono comprato, e pure in edizione ampliata (tre brani in più) e a medio prezzo. Ed effettivamente è quella bomba di cui tutti hanno sempre detto. Il primo ascolto, soprattutto, è un susseguirsi di espresisoni di stupore e gioia. Un accavallarsi di brividi e nomi di gruppi odierni.
Gang Of Four scelse un nome pesante, ritmi danzabili, chitarre taglienti, testi impegnati con sarcasmo ed acume. Un suono che effettivamente farà scuola a 360° nei decenni a venire, in maniera a tratti clamorosa. In due parole: l’aggressività del punk ibridata con i ritmi neri del dub e del funk, spezzettati e ricuciti in maniera originalissima. Direte “Già sentito”. Certo, perché l’hanno fatto loro prima.
“Entertainment!” è un manifesto della musica ribelle di ogni tempo, nella forma e nella sostanza. È difficile e divertente, inquietante ed eccitante, e posso solo cercare di immaginare l’impatto destabilizzante che ebbe al tempo della sua uscita.
Lo avrebbe ancora oggi, figuratevi.
133. Bugo “Casalingo” 2002. (mcd nuovo, Universal, € 6.46).
“Casalingo” a questo punto dovreste conoscerla. È il singolo dell’anno o giù di lì.
Il remix firmato A034 la distrugge a dovere giocando con saturazioni noise e accelerazioni drum’n’bass impazzite. Ma il dischetto lo dovete comprare per altre due ragioni, entrambe non incluse su “Dal Lofai Al Cisei”, entrambe capaci di fermare i respiri quando il Bugo le suona dal vivo: “Una Pentola Al Fuoco Che Attende La Pioggia” è un ipotetico ed entusiasmante crossover Dylan/Guccini, con la struttura tipica della ballata folk ed un’armonica a punteggiare. “Ti Ho Vista” è cantautorato lo-fi rarefatto di oggi, notevole.
134. Ash “1977” 1996. (cd usato, Infectious, € 6.00).
Stare dietro ai fenomeni che settimanalmente la stampa inglese ci propina come salvatori del rock, del pop o delle nostre vite è compito arduo e fondamentalmente ingrato. Il sottoscritto c’è riuscito soltanto -come molti altri, immagino- durante e subito dopo più o meno brevi soggiorni in Gran Bretagna. Se sei lì, leggi e compri subito quello che trovi. E per le prime due settimane in Italia sei un gallo.
A me è l’ultima volta è successo con gli Ash (manco da un bel po’, vero?), dopo l’exploit congiunto Charlatans/Manic Street Preachers dei quali ancora conservo gelosamente i primi 12”. Proprio in quella primavera del 1996, durante due settimane come au pair in una famiglia del Cambridgeshire (due settimane? Sì, due settimane soltanto. Ha a che fare con la persona priva di senso dell’umorismo di cui si diceva tempo fa parlando dei Walkabouts), scoprii l’allora trio nordirlandese e accattai tutto il possibile nelle mie sporadiche puntate verso la vicina città di Peterborough. Di loro si parlava come giovani, drogati e sensazionali. Appurate come vere le prime due, ebbi da subito dei dubbi sulla terza definizione, ma il cd singolo di “Goldfinger” non era male, e la cover di “Get Ready” di Smokey Robinson era ben riuscita. Il pezzo che però mi conquistò stava su una cassettina allegata a “Sounds” o roba del genere (cassettina che tra l’altro vorrei ritrovare…), e si chiamava “Kung Fu”. Era pop-punk del migliore, e lo è tuttora.
Molta strada hanno fatto gli Ash da questo album d’esordio. Intanto, sono ancora qua, e non capita a tutti. Hanno il loro video su MTV, vivono da rockstar di secondo piano senza infamia né lode, fanno un disco ogni tanto e va bene così.
Manca la freschezza ancora rintracciabile su “1977”, ma già allora pericolosamente incline a farsi patinare e a rendere il punk-pop e le ballate grungiste dei tre di Belfast più “finto” di quanto avremmo voluto. Perché il songwriting, tranne qualche riempitivo (ma come ha fatto “Angel Interceptor” a diventare un singolo?) funziona: “Kung Fu” su tutte, ma anche “Girl From Mars”, “Goldfinger” e “Oh Yeah”.
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