Anno nuovo, dischi vecchi. L’utopia di chiudere il 2002 parlando di tutti i dischi che ho acquistato nel 2002, come vedete, utopia è rimasta. Ma sono molto meno indietro di quanto mi sono ritrovato a temere qualche settimana fa (gli aggiornamenti continui dei giorni scorsi hanno fatto al differenza). Solo una quindicina di titoli ed è fatta, insomma. In attesa delle statistiche complete, vi dico che il totale è 158.
E il 2003? Purtroppo, mi tocca lasciare voi fedeli lettori nel dubbio. Sto riconsiderando i miei impegni, e se riuscirò a tagliare dove è necessario potrebbe anche esserci un futuro per SOUL FOOD così come la conosciamo. Altrimenti? Weblog classico? Ci penserò.
Mi piacerebbe però sentire cosa ne pensate, se questo esperimento vi è piaciuto, se siete andati a cercare qualcuno dei dischi citati, se siete stati d’accordo o meno con me una volta ascoltatolo. So che siete tanti, spesso più di quelli che immaginavo, ma raramente vi sento. Io sono qua.
142. J Church/Minority Blues Band - split - 2002. (7” nuovo, Snuffy Smile, € 3.00).
Dio benedica i J Church. Ne ha passate più di molti di noi messi insieme, il buon Lance Hahn, ma ogni volta si è rialzato, si è dato una spolverata alla felpa nera col cappuccio ed ha ricominciato a fare quello che ha sempre fatto: scrivere canzoni, suonare, fare uscire dischi suoi, fare uscire dischi di altri gruppi sulla sua etichetta Honey Bear, scrivere imperdibili newsletters per gli iscritti alla mailing list del gruppo (contattatelo qui. L’ultima sventura in ordine di tempo è un incendio che ha quasi completamente distrutto la sua casa e tutte le sue cose.
Ma i J Church, come detto, non si fermano davanti a nulla. Attivi da una decina d’anni e titolari di album capolavoro quali “Prophylaxis” o “The Drama Of Alienation”, sono conosciuti per essere una delle band più prolifiche al mondo. Date un’occhiata alla loro discografia e ve ne renderete conto. Se non li avete mai ascoltati, il loro è un ormai riconoscibilissimo incrocio di pop-punk ed indie-rock, con testi in media molto belli ed un’attitudine splendida.
In questo split, Lance e soci offrono un live radiofonico di due cover, due classici minori di quel punk politico a loro così caro: “People Are Scared” dei Subhumans (non è specificato quali Subhumans, a naso direi quelli inglesi) e “Petrograd” dei Cringer (grandissima band californiana di cui Lance stesso fu il cantante/chitarrista). Sull’altro lato, i giapponesi Minority Blues Band suonano due brani con l’invidiabile adrenalina che da sempre contraddistingue il punk-rock del sol levante. “Metaphisical Burst” è più melodica e pop, “Running” decisamente più cattiva. Carini.
Non sono questi comunque i dischi che hanno fatto e fanno grandi i J Church, o quelli da cui cominciare se non li conoscete. Partite piuttosto dagli album, o da questo singolo (he he he).
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