150. Simple Minds “Sons And Fascination” 1981.(lp usato, Virgin, € 3.00).
151. Simple Minds “Sister Feelings Call” 1981.(lp usato, Virgin, € 3.00).
Come i lettori di più vecchi adata sanno, sono cresciuto a pane e U2 (vedi archivio di maggio). E non solo, non mi sono negato nemmeno i vari altri rappresentanti di quello che le riviste dell’epoca definirono più o meno rock dei sentimenti. Ero giovane e idealista, cercate di capire. Vai quindi di Alarm, Big Country e Simple Minds, soprattutto.
Non frequentando Jim Kerr e soci da moltissimo tempo (all’incirca dal singolone “Ballad Of The Streets”, quello con “Mandela Day” e le cover di “Belfast Child” e “Biko”), la mia cognizione della loro discografia è diventata assai vaga. So che “New Gold Dream (81-82-83-84)” ha un titolo da compilation ma è un album vero (A&M, 1982) ed è il loro top. So che nei dischi precedenti, di cui conosco i titoli ma non l’ordine, ci sono varie belle cose perché da qualche parte a casa dei miei genitori ci sono delle c90 scrause a testimoniarlo.
Quando vedo i due titoli di cui sopra nello scaffale a questo prezzo, quindi, li estraggo senza indugiare, scoprendo solo in seguito che si tratta dei due episodi forse meno significativi della prima parte di carriera della band scozzese. Se infatti il buon esordio “Life In A Day” e i seguenti “Real To Real Cacophony” e “Empires And Dance” passarono con disinvoltura dal post-punk alla sperimentazione alla disco, questi due virano verso il pop, preparando la strada per il citato “New Gold Dream (81-82-83-84)” ma senza la verve e le canzoni che lo resero grande.
Non mancano i momenti validi, ok. Ma forse ho fatto troppo affidamento sugli anni che passano e sulla mia sempre crescente (ma non ancora completa, anzi…) capacità di accostarmi all’ascolto di qualunque cosa. Forse per queste tastiere onnipresenti e per la voce di Jim Kerr è ancora troppo presto. Forse bisognerà attendere il prossimo speciale estivo di “Blow Up”. Forse avrei fatto meglio a tralasciare questi e a non abbandonare nello stesso scaffale “New Gold Dream (81-82-83-84)”. Di cui ho la cassetta originale, peraltro.
O forse avrei fatto meglio a tralasciare i Simple Minds in generale, e a prendere “Court And Spark” di Joni Mitchell e “Songs In The Key Of Life” di Stevie Wonder per quattro monete da uno in più.
152. AA.VV. “Studio One Story” 2002. (cd+dvd nuovo, Soul Jazz, € 35.60).
Un cd con sedici pezzi, per forza di cose limitativo -e Horace Andy? E Burning Spear? E Ken Boothe? E i Wailers?- ma nondimeno esaltante. Un libretto extralusso di novanta pagine. Soprattutto, un DVD di quattro ore che ripercorre la storia della prima e forse migliore etichetta reggae mai esistita e del suo leggendario fondatore Clement “Coxsone” Dodd, con interviste illuminanti ed immagini fantastiche. Inutile aggiungere altro. Se amate il reggae, non esitate. Se volete amarlo, idem. Se non lo amate, peggio per voi.
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