d29. Big Star “Third/Sister Lovers” 1975. (cd Ryko, nuovo, € 9.99, AMG).
Sarò influenzato dalle note interne e, dunque, dalla storia tormentata della Grande Stella e del suo nume tutelare Alex Chilton, ma un senso di abbandono pervade questo terzo travagliato album del gruppo. Il power pop degli inizi è poco più di un ricordo. Il no future è nascosto tra forme rock-pop americane classiche, disperate anche nei momenti di più apparente spensieratezza, da un gruppo ormai allo sbando. Le ballate, soprattutto, fanno venire i brividi: “Kangaroo”, “Big Black Car”, “Holocaust”, “Blue Moon”, “Take Care”, la cover dimessa di “Femme Fatale”. Sembra tutto pericolosamente in bilico, tutto sul punto andare a scatafascio per un soffio d’aria nella direzione sbagliata. Il cd, stampato nel 1992 dalla Ryko, è la versione più ordinata e fedele tra le varie uscite nel corso degli anni, tutte postume e persino con titolo diverso. Oltre ai quattordici brani originali nell’esatta sequenza, cinque bonus tracks provenienti dalle stesse sessioni (“Dream Lover” è proto-Radiohead, la cover di “Whole Lotta Shakin’ Goin’ On” è così inadeguata da fare tenerezza, come fingere di divertirsi mentre è evidente il contrario). Come già detto da molti, gran parte del rock triste ed intimista di ieri e oggi parte da qua.
d30. Ignition “Complete Services” 1994. (cd Dischord, usato, € 7.75).
Fresco reduce dall’avida lettura di “Dance Of Days”, appassionata ed appassionante storia del punk di Washington DC, trovo questa discografia completa su cd degli Ignition, e pur avendo i 3/4 del materiale su vinile, non posso che acquistare. E non posso che consigliare a scatola chiusa a chiunque abbia avuto a che fare in qualunque maniera con il punk o con l’hardcore: leggete il libro, trovate questo disco (come quelli di Rites Of Spring, Embrace, Beefeater, Soulside, Three e tanti altri Dischord e non) e mandate a memoria cosa vuol dire fare le cose perché se ne sente un’esigenza quasi fisica, non perché si decide di farle. Qui sta la differenza, la superiorità, della scena di Washington e di tutte quelle persone per cui punk ha voluto e vuole dire urgenza, creatività, personalità e faccia da cazzo. Non sapete l’inglese? Imparatelo, cristo! È per il vostro bene.
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