21/12/08


5. AA.VV. Soul Messages from Dimona (Numero).
L'ennesima storia pazzesca scoperta chissà come dalla Numero, forse l'etichetta che meglio incarna la concezione di ristampa cara al sottoscritto. Ovvero: la ricerca sul campo spinta al suo estremo, fino ad angoli bui che nemmeno sospettavamo esistessero; la pubblicazione di dischi curatissimi in ogni minimo particolare sonoro, grafico e testuale; la creazione di un marchio più forte dei singoli titoli che lo portano impresso. Titoli non di media qualità peraltro, e nemmeno rubricabili come mere curiosità che fa molto figo dire di ascoltare ma poi non si ascoltano mai. Certo dire di ascoltare disco e funk del Belize, cantautrici acustiche americane da 500 copie dei '70, gruppi soul di pre-adolescenti e gospel-funk più amico del diavolo che dell'acquasanta fa effettivamente molto figo, ma è bello constatare come tutte le cose citate (e le altre: dal power-pop alle numerose monografie su etichette soul locali dei '60) siano quasi sempre all'altezza dei loro omologhi più noti. E lo ripetiamo, sono dischi che è splendido possedere.
Ma questa storia, come detto, è forse la più pazzesca di tutte. Dimona è una cittadina nel deserto del Negev, Israele, trentacinque km ad ovest del Mar Morto. Nel suo paesaggio tutto roccia e terra arida, via Liberia e attraverso vicende rocambolesche che non vi leviamo il piacere di leggere nell'ottimo booklet, si stabilisce fra la metà dei '70 e i primi '80 un gruppo via via sempre più numeroso di ebrei neri statunitensi, militanti afrocentrici della South Side di Chicago ansiosi di rimpatrio nella Terra Promessa. Alcuni di loro, guidati da Charlie "Hezekiah" Blackwell, sono già attivi da qualche tempo come band, i Soul Messengers. In sandali, turbanti e dashiki animano i meeting della comunità, e continuano a farlo nel Negev. Dove contribuiscono al mantenimento della stessa comunità pubblicando dischi e andando in tour, e si allargano via via nella formazione e in numerosi progetti collaterali, trovando spalla in nuovi arirvati come i Sons Of The Kingdom.
Ecco, Soul Messages from Dimona raccoglie il meglio di quei dischi, un'ora abbondante di soul spirituale, funk, jazz psichedelico e messaggio (bastano come titoli Burn Devil Burn, Heaven of Heavens, Savior in the East, Messiah, Modernization e Our Lord and Savior?) incredibile ma vera. Sedici tracce in tutto, a nome Soul Messengers, Sons Of The Kingdom, The Spirit Of Israel (le mogli!) e Tonistics (i figli!) che catapultano davvero in un altro mondo, con effetto a tratti straniante. Soprattutto ascoltando e vedendo le foto dei Tonistics, clamorosi Jackson 5 israeliti: Holding on è il numero che presumibilmente infiammava i fedeli, Dimona (Spiritual Capital of the World) il manifesto.

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