7. SQUADRA OMEGA Altri occhi ci guardano (Sound Of Cobra/Macina Dischi)
A
chiusura della terna di dischi con cui ha inaugurato un 2015 fertile
a dir poco, la Squadra piazza il colpo del KO. Con quello che non
solo suona come il suo vero
secondo album, cinque anni dopo il debutto omonimo, ma diventa anche
pietra di paragone, apice di una carriera che da qui potrebbe
procedere con moltiplicato slancio. Altri
occhi ci guardano è
per ampiezza di sguardo, ambizione e dimensioni
- nove tracce in quasi settanta minuti, su vinile doppio o CD singolo
- il manifesto del trio veneto. Sintesi di quanto detto fin qui, di
pulsioni note e non, di plausibili direzioni future. Matura e
sorprendentemente accessibile.
Prima
facciata: Sospesi
nell'oblio,
otto minuti e mezzo di basso ossessivo e twang
chitarristico orientaleggiante, ritmo incalzante e melodia sul finale
che suona come un lampo beat dal passato remoto, tutto incastrato fra
la tensione rarefatta di Il
buio dentro
e la pace cosmica di La
nube di Oorth.
Seconda: Il
labirinto,
portata avanti per tredici minuti dal sax e da un'altra linea di
basso senza fine, con fase acida californiana e percussioni in coda,
prima che Sepolto
dalle sabbie del tempo
alzi la temperatura con tiro funk da blaxploitation.
Terza: acustiche arpeggiate in Hyoscyhamus,
e poi il prog folk a combustione lenta di Il
grande idolo,
altri undici minuti di viaggio. Quarta: altro funk e altro wah-wah,
con assolo elettrico a oltranza e sax protagonista della
decomposizone finale, nei dodici e mezzo della title
track,
e altre corde acustiche nella conclusiva Le
rovine circolari.
E
siamo appena a metà anno. (da Rumore n. 281)
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