02/12/08



11. MGMT Oracular Spectacular (Columbia).
La cosa è ovviamente del tutto fortuita, ma di fronte a un disco poco inquadrabile come Oracular Spectacular in qualche modo i conti tornano, sapendo che i suoi artefici si chiamano nientemeno che Ben Goldwasser e Andrew VanWyngarden. Generalità pompose come nomi d’arte scelti con cura, eccentriche quanto i due esordienti che le portano. E quanto la musica contenuta nel loro primo album: un caleidoscopio di pop psichedelico, bizzarrie prog e sintetizzatori capace di coniugare la spontaneità degli esperimenti alla maturità di chi sa perfettamente cosa sta facendo. E lo fa già bene, complice la produzione del pezzo da novanta David Fridmann (Mercury Rev, Flaming Lips, Low). Il manifesto Time to Pretend e l’irresistibile Kids hanno melodie vibranti da Arcade Fire ridotti all’osso, e virati in chiave electro-pop. Gli of Montreal vegliano su 4th Dimensional Transition e sui falsetti disco-radiofonici di Electric Feel. Ma sono numerosi anche i ponti gettati verso gli anni ’70, dal cantautorato country-folk classico di Pieces of What a quello con risvolti barocchi di Weekend Wars, The Youth e The Handshake, dove nel finale corale e un po’ freak pare si materializzino degli altri irregolari newyorkesi odierni come gli Yeasayer, non a caso recenti compagni di tour. (da Il Giornale della Musica #248)

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