27/11/07
13. ALBARN/ALLEN/SIMONON/TONG The Good, The Bad & The Queen (Honest Jon's/Parlophone)
Escluso il suo non suonare come somma o meglio ancora prodotto delle sue parti, non c'è davvero nulla che non vada in questo affascinante The Good, The Bad & The Queen. Consideriamolo però un mezzo disco solista di Damon Albarn, nonostante la formazione da supergruppo (senza nome a detta degli stessi protagonisti) e il contributo comunque importante di Tony Allen, Simon Tong e Paul Simonon. Fra i tre, il leggendario batterista degli Africa 70 di Fela Kuti risulta forse il meno appariscente, come se i suoi ritmi inconfondibili non trovassero in realtà granchè spazio per distendersi. Tong non se lo caga nessuno, ma se lo levi dall'economia dei pezzi poi te ne accorgi. Simonon è come il fratello maggiore del nostro, un'anima affine incontrata abbastanza per caso che ha fatto quadrare il cerchio del progetto, e ha dato linee di basso così.
Ma di puro, adulto Damon sanno queste dodici istantanee di odierna Britannia. Scure, notturne, disincantate, a presa lenta, malinconiche in una maniera non scontata, con rare impennate ritmiche distribuite fra ballate scritte, suonate e cantate perfettamente, con testa e cuore. Storie di territori londinesi della parte ovest della città, che suonano toccanti e rilevanti anche molto lontano. Una Londra che brucia ancora, in quello che è uno dei migliori dischi firmati Albarn in giro.
io l'ho messo parecchio più su.
RispondiEliminatutti froci per damon.
è che la classifica è sempre una faccenda delicata, di testa e cuore... quest'anno poi particolarmente. è un disco bellissimo, comunque, e sulla figaggine a 360° di damon concordo del tutto.
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