54. Isaac Hayes “Truck Turner” 1974. (cd nuovo, Stax, € 11.42).
Quando si parla del Mosè Nero, molti conoscono la colonna sonora di “Shaft”, molti meno quella di “Truck Turner”, altro doppio album di tre anni successivo e relativo a un film di cui Hayes è anche protagonista. Strano, perché il solo attacco del tema principale basterebbe a farne una pietra miliare: puro funk del ghetto a base di wah-wah chirurgico, ritmo frenetico, fiati e archi a mille, vocione maschile e controcanto corale femminile. I settantuno minuti abbondanti del disco, quasi interamente strumentali, passano in scioltezza regalando momenti di pura estasi blaxploitation: il trittico “Blue’s Crib”/“Driving In The Sun”/”Breaktrough”, i nove minuti di una “Pursuit Of The Pimpmobile” eloquente già nel titolo, “Hospital Shootout”, “A House Full Of Girls” cantata come lui sa. Assortiscono il tutto brani più d’atmosfera e i consueti lenti strappamutande, e voi già sapete che Ike è autorità in materia. La foto del retrocopertina originale, con lui in piedi torso nudo e fondina, il pappa morto a terra e i grattacieli sullo sfondo parla più di cento weblogs, quindi basta così. Comunque, vale “Shaft”.
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