04/01/02

Ricompare in casa il videoregistratore, lo si ricollega al televisore e la versione ufficiale, quando torno dal lavoro, è che funziona.
Anche se non è cambiato assolutamente nulla da qualche mese fa, quando non funzionava.
"L'allenatore nel pallone" va. Meno male. "The Simpsons - Too hot for TV" va. "Tutto su mia madre" va. Via le originali e avanti con le registrate. "Brutti sporchi e cattivi" va, poi non va, poi va, poi non si capisce se è l'antenna (l'antenna? centra qualcosa?). "Cicciolina e Moana mondiali" assolutamente non ne vuole sapere. Moralista di merda.
Ma i film che vedrò (se tutto va bene) in cassetta contano nella lista o no?
E i cd masterizzati?
No a entrambi, direi.

d2. One Dimensional Man "You Kill Me" 2001. (lp Wallace, nuovo, € 11).
Se sei o sette anni fa, ad un concerto dei Geyser, mi avessero detto che quel tipo seduto alla batteria sarebbe diventato uno dei migliori chitarristi del mondo, beh, chissà come avrei reagito.
Ma quella era gente speciale, capace di tutto, sparata in cento direzioni diverse, attraversata dal fuoco spavaldo della creatività. I Geyser li ho visti suonare due volte, e me ne vanto. L’unico pezzo uscito, sul 7” split con gli Infranti, è una minima parte di quello che rappresentavano. Dovrete farvelo bastare.
Nicola l’ho rivisto lo scorso giugno. Samuele lo scorso febbraio, ora suona nei John Woo. Roy l’avevo lasciato nei Brenda Eccless, e lo ritrovo (se di lui si tratta) addirittura santo nel pezzo di apertura di questo terzo album dell’Uomo a Una Dimensione. Giulio, come dicevo, ci suona la chitarra. Ecco, per me One Dimensional Man, non me ne vogliano i due soci, sono essenzialmente Giulio che suona la chitarra dal vivo.
Sono un pessimo chitarrista, chi mi conosce lo sa, non riconosco la tecnica: resto affascinato dall’estetica del modo di suonare, dal gusto, dalla creatività, dalla posizione delle dita sui tasti. E quando vedo One Dimensional Man ho occhi solo per il redneck.
Su disco, i tre non mi hanno mai entusiasmato. Né quando il terzo non era Giulio ed il gruppo suonava radicalmente diverso, nè nel secondo album, già da questa parte della svolta blues ma ancora troppo monotono e forzato per i miei gusti.
Beh, sarò banale perché è quello che più o meno stanno dicendo tutti, ma qua il discorso è diverso eccome. Il blues malato non è che la radice da cui cresce un suono potente e vario.
La scrittura è matura, gli arrangiamenti calibrati a puntino, ogni cosa al suo posto: bingo. Persino il cantato e i testi, fino a ieri punto debole della band secondo la mia umile opinione, funzionano benone.
Non sono un fanatico del genere, ma questo “You Kill Me” mi sembra un gran bel disco. Peccato per la grafica, davvero non all’altezza. In ogni caso, cd fuori su Gamma Pop, vinile super-heavy 220 grammi fuori su Wallace in edizione limitata a 500 copie numerate. E ora che suonino presto a Torino.

a presto: Dilated Peoples "Expansion Team".

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